Genitori in lockdown, 1 su 5 vive con preoccupazione

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La gestione delle attività scolastiche a casa, la sensazione di non essere ascoltati dai propri figli o di non riuscire a trovare uno spazio per sé stessi. Sono queste le situazioni che più di tutte hanno fatto sentire i genitori in difficoltà durante il lockdown, portandoli in alcune occasioni a perdere la calma. È quanto emerge da un’indagine i cui risultati saranno presentati martedì 24 novembre, dalle 9.30 alle 13, all’Università di Milano-Bicocca nel corso del webinar “Genitori in lockdown. Per non sentirsi in trappola”. L’incontro, aperto a tutti, sarà anche l’occasione per presentare il documento” Tips for parents in lockdown” per i genitori, una raccolta di spunti concreti e strategie per gestire la quotidianità con i figli nei momenti di difficoltà.

La ricerca è stata condotta nell’ambito del progetto europeo DEPCIP (Digitised Education Of Parents For Children Protection), dedicato allo sviluppo di proposte formative per genitori per la promozione dei diritti dell’infanzia e per la prevenzione contro la violenza che coinvolge cinque Paesi: Grecia, Lituania, Italia, Spagna e Turchia. Il gruppo di ricerca di Milano-Bicocca coordinato da Elisabetta Biffi del Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione “Riccardo Massa” ha il compito di guidare la partnership nella progettazione di interventi formativi per i genitori.

Lo studio ha raggiunto circa 1000 genitori in lockdown provenienti dai Paesi coinvolti nel progetto, di cui circa 400 genitori italiani. I dati raccontano come, pur dichiarando di essersi sentiti pronti ad affrontare l’emergenza in corso – circa il 70 per cento degli intervistati – i genitori abbiano attraversato emozioni estremamente contrastanti durante il periodo di lockdown, alternando preoccupazione e ansia a momenti descritti come inaspettatamente positivi e sereni nella relazione con i figli.

Nel quadro difficile che la condizione di lockdown portava con sé, il 18 per cento, circa 1 genitore su 5, ha avuto l’impressione o il timore di essere stato violento con i propri figli durante l’emergenza. Pur consapevoli della necessità di avere un’interazione positiva con i propri bambini e anche dichiarandosi contrari alla violenza, il 29 per cento dei genitori intervistati dichiara di fare ricorso alle punizioni fisiche qualche volta o sempre con l’intento di educare il proprio figlio, l’84 per cento afferma di alzare la voce e circa l’80 per cento limita l’accesso dei figli a telefonino, tv, tablet o videogiochi. Dati che fanno emergere la difficoltà che spesso i genitori hanno nel rispondere a situazioni di tensione con i propri figli.

Accanto alla comprensibile preoccupazione, all’ansia, alla paura, emergono anche molti stati d’animo positivi, come la speranza, la serenità e la gioia di poter dedicare più tempo ai propri figli nel 30 per cento dei casi. Più nel dettaglio, l’8 per cento dei genitori cita solo emozioni positive, il 9,5 per cento emozioni in prevalenza positive e circa l’8 per cento riferisce in egual misura stati emotivi positivi e negativi. Queste emozioni si sono rivelate importanti risorse legate ad un più alto livello di benessere personale e alla percezione di essere adeguatamente equipaggiati per affrontare l’emergenza.

Il lockdown ha fatto emergere anche la necessità di ripensare gli spazi, privati e comuni. Per il 18 per cento degli intervistati cortili, androni e balconi hanno assunto nuovi significati: sono stati visti come un’opportunità di vivere lo spazio e il tempo in modo nuovo insieme ai propri figli. Tra i luoghi che sono mancati di più durante il periodo di isolamento forzato, il 30 per cento dei genitori ha indicato quegli spazi pubblici che hanno a che vedere con le attività dei propri figli, come parchi, palestre e scuola.

Quasi tutti i genitori intervistati affermano poi che sarebbe molto utile poter apprendere strategie pratiche per affrontare situazioni difficili che si ritrovano a vivere con i figli, per imparare a gestire i conflitti e le situazioni stressanti in cui sentono di aver raggiunto il limite.

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