Palazzo Marino non applicherà il requisito di ‘impossidenza di beni immobili’ richiesto agli stranieri dal regolamento regionale per l’assegnazione delle case popolari e lancia un ultimatum alla Regione: “O entro il 31 ottobre la Regione rivede le regole per l’assegnazione degli alloggi popolari previste dal nuovo regolamento e inserite nell’ultimo bando, o usciremo con un bando integrativo per immettere nuova domanda. Altrimenti rimaniamo bloccati, non possiamo assegnare i 300 alloggi ristrutturati e pronti e che potranno arrivare a 600 entro fine anno”. Lo ha annunciato questa mattina l’assessore alle Politiche sociali e abitative del Comune, Gabriele Rabaiotti in una conferenza stampa, spiegando che ieri il Comune ha esplicitato l’aut aut in una lettera inviata alla Regione. Il nuovo regolamento, attivo da gennaio 2020, secondo Rabaiotti ha “creato un intoppo nell’assegnazione e non è funzionale al compito che dobbiamo svolgere”. ” E’ accaduto questo: da gennaio 2019 a settembre 2019 il vecchio bando ha prodotto, sulle sole case comunali, l’assegnazione di 456 alloggi. Mentre da gennaio 2020 a settembre 2020 le assegnazioni (sulla base del bando 880, pubblicato a settembre 2019, ndr) sono state in totale 148: poco più di un quarto. Dal 2017 al 2019 riuscivamo ad assegnare circa mille alloggi, portando questo numero da 600, nel 2014, in un paio di anni fino a 1.200″.
Rabaiotti ha annunciato anche che “come abbiamo spiegato nella lettera, elimineremo la richiesta del certificato di non possidenza per gli stranieri”. Il bando 880 prevede infatti, come requisito necessario per l’accesso degli stranieri agli alloggi popolari, la necessità di presentare il certificato di non possidenza di patrimonio immobiliare nel proprio paese d’origine. Sul punto si è già espresso, nel luglio scorso, il tribunale ordinario dichiarando il criterio “discriminatorio”.
“Visto che Regione ha fatto appello contro la sentenza – ha precisato poi Rabaiotti – se il tribunale dirà che ha ragione, ritorneremo sui nostri passi, ma in questo momento applichiamo l’ordinanza del tribunale e quindi nessun cittadino straniero dovrà più portare i certificati che dicono che lui non è in possesso di patrimonio immobiliare nel suo paese d’origine. La stragrande maggioranza del mondo non è, infatti, in grado di produrre questi certificati”.
L’altra richiesta del Comune a Regione è quella di “separare i due bandi: quello del Comune e quello di Aler”, prosegue Rabaiotti, spiegando che “la possibilità, introdotta dal nuovo bando, di poter esprimere cinque preferenze mischiando in maniera indistinta alloggi MM e alloggi Aler, ha rallentato la procedura, portando spesso Regione e Comune a svolgere l’istruttoria e la verifica sulla stessa famiglia, rallentando le procedure”.
Palazzo Marino, in questa fase, sarebbe “bloccato nel lavoro di assegnazione delle case popolari”, aggiunge poi l’assessore, “perché il bando 880 parte dall’offerta e non dalla domanda: mette a gara gli alloggi disponibili, esauriti questi, gli ulteriori alloggi possono essere assegnati solo con una nuova gara. Un’ordinanza regionale che a maggio si è accorta di questo intoppo ha consentito ai comuni, nel caso in cui avessero prodotto nuovi alloggi assegnabili, di poterli aggiudicare andando avanti con la graduatoria raccolta del bando 880. Ma a dicembre o a gennaio noi finiremo anche la domanda che si è palesata con il bando 880. Come faremo, avendo alloggi disponibili, ad assegnarne di nuovi? Se entro il 31 ottobre la Regione non esce con le modifiche integrative del bando 880, noi ci sentiamo legittimati a uscire con nuovo bando, integrativo del bando 880, utilizzando il vecchio criterio, funzionale solo ad accogliere nuova domanda. Essendo il nuovo bando intoppato e non funzionale, dobbiamo mettere in campo uno strumento integrativo che raccolga nuova domanda per assegnare quegli appartamenti ristrutturati assegnabili che altrimenti non potremmo attribuire. Il rischio è che non solo accumuliamo appartamenti ristrutturati che non assegniamo agli aventi diritto, ma lasciamo gli aventi diritto senza casa pur avendoli a disposizione”, ha concluso Rabaiotti. (MiaNews)

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Luca Levati
La prima volta della mia vita in cui “sono andato in onda” è stato il 7 luglio 1978…da allora in radio ho fatto veramente di tutto. Dai programmi di rock all’informazione, passando per regie e montaggi. Giornalista dal maggio 1986 sono arrivato a Radio Lombardia nel marzo del 1989 qualche giorno prima della nascita del primo mio figlio, insomma una botta di vita tutta in un colpo. Brianzolo di nascita e di fatto il maggior tempo della mia vita l’ho passato a Milano città in cui ho avuto la fortuna di sentire spirare il vento della cultura mitteleuropea. Adoro la carbonara, Finale Ligure e il Milan (l’ordine è rigorosamente alfabetico). I libri della vita sono stati e sono: “Avere o essere” di Fromm, “On the road” di Kerouac, “L’insostenibile leggerezza dell’essere” di Milan Kundera, “Grammatica del vivere” di Cooper e l’opera omnia del collega e amico Piero Colaprico (vai Kola!). I film: “Blade Runner“, “Blues Brothers” e “Miracolo a Milano” quando buongiorno voleva dire veramente buongiorno. Ovviamente la musica è centrale nella mia formazione: Pink Floyd, Frank Zappa, Clash, Genesis e John Coltrane tra i miei preferiti. https://www.wikimilano.it/wiki/Luca_Levati