Oggi sulla stampa leggiamo che per litigi tra Pd e Movimento 5 Stelle sulle nomine la neo-statalizzata Alitalia, una operazione da 3 miliardi di euro solo per quest’ultimo, ennesimo salvataggio (in effetti siamo già a 11 miliardi di euro), la compagnia di bandiera sta perdendo voli a corto, medio e lungo raggio in favore di altri operatori. Ora, Alitalia è un pozzo senza fondo che ogni giorno ci sorprende per la sua assurdità. Andrebbe chiusa e venduta pezzo a pezzo, con accordi per ricollocare il maggior numero possibile di lavoratori. Invece che cosa succede? Che i lavoratori vanno in cassa integrazione proprio perché l’intero progetto di business è una delle cose più fallimentari mai viste e addirittura i vertici non avrebbero neppure la ratifica dei propri poteri proprio per l’incapacità estrema della politica. Si dirà: i politici di prima non erano meglio. Vero, verissimo. Su Alitalia tutta la politica italiana, anche i movimenti più nuovi come i 5 stelle, è colpevole. Tutta. Non c’è nessuno che abbia il coraggio di dire che quell’azienda va venduta a qualunque prezzo o costo. Ma se finisse qui sarebbe la solita storia italiana, che ricorda antiche porcherie degli anni 80, a metà tra privatizzazione degli utile e statalizzazione delle perdite. Modello Fiat, insomma, e forse pure peggio. Il problema è che l’esistenza stessa di Alitalia è un tumore che va in metastasi su tutto il sistema aeroportuale. A partire da Milano. Linate è ampiamente occupata da Alitalia, che non libera gli slot e impedisce all’aeroporto di evolversi. Le scelte di Alitalia stanno portando anche Airport Handling, partecipata da Sea, alla cassa integrazione. Stanno bloccando ormai da tempo le strategie di un comparto intero. Solo in Italia esistono così tanti aeroporti, e così piccoli. Sono figli di un campanilismo esasperato e dell’esistenza di Alitalia. Ripensare il trasporto aereo parte dallo smantellamento di Alitalia, tutelando il più possibile i lavoratori. Non dalla discussione sui posti nel cda e nel management, con ricchi contratti, di una società decotta.

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