Asurinì, l’arte degli indigeni dell’Amazzonia al Mudec

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In occasione di Museo City 2020 (venerdì 31 luglio – domenica 2 agosto 2020) viene esposta al Mudec per la prima volta una significativa selezione della collezione etnografica del Fondo Lo Curto: vasellame decorato, fotografie, materiali bibliografici che documentano la produzione degli Asurinì, una popolazione indigena presente in un’area adiacente al fiume Xingu – nel cuore dell’Amazzonia brasiliana – e conosciuta per l’arte grafica espressa tramite la pittura corporale e la decorazione ceramica. In mostra al Mudec dunque una selezionata esposizione di materiale documentario che solitamente rimane custodito nei depositi del museo ma che per l’occasione potrà essere visitato dal pubblico nello Spazio delle Culture, durante gli stessi orari di apertura del museo.

Pittura corporale e decorazione ceramica: un connubio indissolubile.
Per il popolo amazzonico degli Asurinì si tratta di due attività prettamente femminili, svolte quotidianamente attraverso l’adozione di disegni geometrici tramandati oralmente e visivamente. Le donne adulte scelgono ogni giorno dal loro archivio mentale il disegno con cui “vestire” un corpo o un vaso, dipingendo al mattino i bambini e alla sera il marito di ritorno dalla caccia o dalla pesca, riservando un momento anche a loro stesse e facendosi aiutare da un’altra donna per le zone del corpo non accessibili autonomamente. Per tali attività utilizzano una tinta vegetale di colore nero.

Quasi tutti i motivi decorativi scelti per il corpo sono applicati anche al vasellame in ceramicadi cui in mostra potranno essere visti alcuni esemplari di manufatti. Oltre alla decorazione, infatti, le donne Asurinì si occupano della produzione di vasellame a partire dall’argilla, modellata a mano e con l’aiuto di una spatola ricavata da una zucca eliminando così le imperfezioni. Dopo le fasi di essiccamento e cottura, si passa alla decorazione pittorica, realizzata tramite l’uso di tre coloranti minerali stemperati in acqua: principalmente ocra, nero e rosso. Scelto il disegno, viene applicato in modo tale da ricoprire totalmente la superficie. Ultima fase è la verniciatura che viene fatta tramite una resina atta a rendere più resistente il vaso. Forma e dimensioni sono estremamente variabili a seconda dell’uso e della funzione.

L’esposizione, allestita appositamente per MuseoCity presso lo Spazio “Khaled al-Asaad” al piano terra del Mudec, consentirà al pubblico del museo di conoscere una parte del patrimonio solitamente non visitabile e di valorizzare il Fondo Lo Curto (manufatti, documenti e fotografie donati al museo dal medico itinerante Aldo Lo Curto) nei giorni della manifestazione, da venerdì 31 luglio a domenica 2 agosto.

I visitatori potranno così apprezzare la straordinaria produzione artigianale di questa comunità, oggi stimata in 124 individui.

Il dottor Aldo Lo Curto è un “missionario della medicina”. Dal 1978 a oggi è stato in una cinquantina di Paesi, dove ha curato migliaia di ammalati come medico volontario itinerante specializzato in anatomia patologica e chirurgia plastica ricostruttiva. È una figura significativa per il Mudec: durante questi viaggi umanitari è infatti venuto a contatto con molte persone e ha raccolto numerose testimonianze, oggetti e opere d’arte poi donati al museo insieme a libri e fotografie.

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