Si sente parlare in questi giorni molto di commissariamento della sanità lombarda. Ne abbiamo parlato anche su Affaritaliani.it Milano, dando voce a chi lo propone. Penso però che sia una proposta politicamente giusta, nel senso che è un atto politico dell’opposizione che tatticamente comprendo. Ma che sia una proposta sostanzialmente sbagliata. Commissariare  la sanità lombarda vuol dire di fatto far tornare la gestione della sanità a Roma. E non può essere possibile che quello che per anni non solo ci è stato raccontato come eccellente, ma che abbiamo sperimentato che era eccellente, perché i nostri genitori e i nostri nonni e i loro tumori sono stati curati, perché sono stati salvati i nostri zii dall’infarto e i nostri figli da brutte complicanze o malattie. E magari noi, da quell’incidente in moto o da quella febbre che non passava. Non può essere possibile che tutto questo venga liquidato tornando al modello statale, quello che permette – e l’ho provato sulla mia pelle – l’esistenza di ospedali come Olbia Tempio, per dirne uno e non il peggiore. Tutto questo però non vuol dire che è andato tutto bene. Non è andato bene manco per il cazzo, il Covid in Lombardia. No no e ancora no. Non è andato bene perché manca il coinvolgimento dei medici di base. E il coinvolgimento dei medici di base manca per un motivo molto chiaro: la riforma Maroni, varata nel 2015 e che ha visto una lotta senza quartiere dei medici di famiglia. E’ chiaro che così non si può andare avanti, ed è chiaro che quella riforma – che pure proponeva un modo rivoluzionario di trattare le cronicità – ha mostrato la corda in questa emergenza Coronavirus. Non facciamo una analisi tecnica, perché non c’è né spazio né modo. Ma penso, e lo dico con il massimo rispetto , che si debba andare oltre quella riforma. Si debba riportare la pace e la collaborazione con i medici di famiglia. Si debba fare un cambio di passo, e forse iniziare a comunicare meglio e con più efficacia. Un esempio? Non è possibile che i test pungidito vengano definiti inutili da Arcuri, vietati in Emilia Romagna e che la Lombardia venga crocifissa perché non vuole fare i test pungidito. La Regione deve iniziare a cambiare passo. Altrimenti il commissariamento magari non ci sarà. Ma l’opinione pubblica devasterà anche quello che di buono, ed è tantissimo, c’è in questa Regione.

fabio.massa@affaritaliani.it

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