Qui mi dichiaro pubblicamente e amen. Io nell’ospedale in Fiera ci ho creduto, nel momento in cui i malati erano ammassati nei corridoi. Ci credo, perché il contagio ci mette un attimo a riattivarsi. Ci dovrebbe credere anche Antonio Pesenti, direttore del reparto di terapia intensiva del Policlinico, che è quello che gestisce – appunto – l’ospedale in Fiera. Capiamoci bene: Pesenti non ha costruito l’ospedale, non lo possiede e non può neppure decidere se rimane oppure se viene smantellato. E però, come un italiano qualsiasi che fa la formazione della Nazionale e insulta il ct, perché siamo 60 milioni di ct, pensa bene davanti ai microfoni di fanpage, di uscire e dire che l’ospedale chiuderà. Non spiega, ad esempio, perché non sono state alleggerite le strutture ospedaliere dove si muore perché le sale cliniche sono state chiuse per l’emergenza coronavirus e c’è gente infartuata, o con tumori grossi come palle da tennis, che è morta per questo. Non di Coronavirus, ma a causa indiretta del Coronavirus. Loro il virus non ce l’avevano, è che non avevano gli ospedali per curarli. Ora, Pesenti può spiegare perché almeno un ospedale non è stato liberato dal Coronavirus mandando i pazienti in Fiera. Comunque, Pesenti esce e risponde così: l’ospedale in Fiera chiude. E la Regione che cosa fa? Lo smentisce. E lo smentisce in modo secco, dicendo “decidiamo noi”. Che è come dire: smettila di dire cose che non ti competono. Non aggiunge altro, la Regione. Perché attende il DL del Governo nel quale sono previsti gli ospedali Covid territoriali che rimangano a disposizione per un’altra ondata che potrebbe arrivare. Non solo li prevede, ma li prescrive. Nel caso, la Lombardia ce lo potrebbe già avere bello che pronto, pagato non con fondi pubblici – come i leoni di Facebook ipotizzano – ma con fondi privati. E spesso, mi vien da dire, chi critica è chi un soldo non l’ha tirato fuori. Fin qui, i fatti. Quello che però mi sorprende è che di fronte a una questione tanto dibattuta come l’Ospedale ci si chieda se fare un ospedale in più nell’emergenza è giusto (in nessuna parte del pianeta una domanda così stupida verrebbe fatta), e – una volta fatto – se è stato fatto nel posto giusto (dibattito corretto, per carità, ma ormai fuori tempo massimo), e non perché è stato pervicacemente tenuto vuoto dalle autorità sanitarie. La domanda, in fondo, non dovrebbe essere perché l’Ospedale esiste, ma perché non funziona. E non si dica che non funziona perché non serve. Perché con i malati che attendono di essere operati, un ospedale Covid-free serve. Serve eccome.

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