Il Consiglio comunale di Seregno approva l’accordo con cui A2A entra nel capitale sociale di Aeb con un conferimento di asset. La decisione, presa nella notte di lunedì a seguito di una lunga maratona di quasi 9 ore in videoconferenza, non ha trovato tuttavia tutte le parti concordi. L’operazione, promossa dal Comune di Seregno, socio di maggioranza relativa,  ha riscosso consensi tra i sindaci del territorio, ciononostante il Consiglio di Meda ha deciso per il recesso da Aeb, proprio la sera stessa.

Se da una parte l’assessore alle Partecipate, Giuseppe Borgonovo, parla di “benefici per entrambe le parti con un rafforzamento della capacità competitiva e dei risultati economici”, non sembrano essere dello stesso parere Lega, Forza Italia e Noi per Seregno, che ancora prima del votazione sulla delibera hanno abbandonato l’aula (virtuale). “Da luglio la società sarà privata e Seregno non potrà più essere protagonista dopo cento anni”, commenta il capogruppo di Noi per Seregno, Tiziano Mariani, che prevede come “i Comuni piccoli venderanno subito le loro quote e, guarda caso, Aeb non potrà comprare nulla”. “Non voglio essere presente al de profundis: suonano le campane a morto di una società che ha dato un grande contributo e utili quando Seregno era invidiata da tutti i Comuni limitrofi”, continua Mariani, che in apertura di seduta ha presentato una richiesta di sospensiva per la mancata richiesta del parere dell’Anac e l’assenza della due diligence nella documentazione consegnata ai consiglieri.

Alle parole del capogruppo di Noi per Seregno si sommano quelle di Edoardo Trezzi della Lega, che giudica “obbrobriosa e vergognosa per la città” la convocazione del Consiglio comunale in videoconferenza. In più in merito all’accordo Trezzi dice: “Non contestiamo l’operazione ma la modalità. Produciamo utili e dividendi ma andiamo con le braghe calate da A2A che deciderà per la nostra Azienda. Si potevano condividere gli step con la minoranza, un’operazione in fretta e furia quasi a far capire che c’è qualcosa sotto”.

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