Oggi parliamo di politica. La polemica politica inizia a viaggiare sotto traccia. Con evidenti distorsioni territoriali. Nel Nord l’operato di Conte è visto come ampiamente insufficiente, tardivo. Mentre i governatori chiedevano di chiudere tutto, lui traccheggiava. E mandava mascherine carta straccia. Al centro sud, invece, ha una altissima popolarità. Il motivo è semplice: fin quando la morte non bussa alle porte, è difficile rendersi conto di quel che sta succedendo. Allo stesso modo il centrosinistra ha deciso di iniziare un attacco frontale alla Regione mettendo in discussione pesantemente la gestione della crisi. Due gli obiettivi: il primo è la diffusione dei tamponi. Oggi Fontana rintuzza dicendo che lui i tamponi li stava anche facendo ma che si è fermato dopo una linea guida dell’Istituto Superiore di Sanità. La seconda è l’ospedalizzazione della crisi mentre il centrosinistra insiste sulla medicina di prossimità. Tradotto per i non scienziati, vuol dire che la Regione secondo il centrosinistra avrebbe sbagliato a puntare solo sugli ospedali, che sarebbero stati i primi centri di contagio, e avrebbe dovuto rafforzare i medici di famiglia, le azienda sanitarie locali eccetera. Fontana, sempre in questa intervista che gli ho fatto, dice che in Cina non hanno vinto con i medici di famiglia, ma chiudendo tutto. Su tutto questo penso che dobbiamo renderci conto di una cosa. Questo virus non finisce tutto d’un colpo. Non ci sarà un giorno in cui ci diranno: liberi tutti e correremo per le strade. Ci vorranno mesi prima di, gradualmente, tornare alla normalità. Se mai ci torneremo. E questa è la cattiva notizia. La buona notizia è che questo virus avrà cambiato tutto. Per certi versi, negativamente. Per altri, invece, in senso positivo. Ma per la positività, ne parleremo domani.

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