di Fabio Massa

Sono le emergenze che rivelano il senso più profondo e la capacità di reazione delle organizzazioni complesse. E uno Stato, per sua natura, è forse la più complessa delle organizzazioni. Interessi divergenti e convergenti, priorità non sempre di facile individuazione.

Su una cosa però già gli antichi avevano capito tutto: “Primum vivere deinde philosophari“. Prima si sopravvive, poi si filosofeggia sulle cose. Sui provvedimenti, sulle priorità. Ma la prima cosa è sopravvivere. E sopravvivere è l’imperativo numero uno in tempi di Coronavirus. Sopravvivere come individui e sopravvivere come comunità. In questi momenti si accavallano le riflessioni su come gestire le emergenze. C’è chi pensa che il titolo Quinto, e dunque le competenze in ambito sanitario alle regioni, sia stato una iattura. C’è chi richiede un coordinamento unitario e una voce unica per superare la crisi. In effetti, la richiesta di un uomo forte, e di una voce unica, arriva sempre – nei momenti di crisi. Generalmente si richiedono pieni poteri a Roma. Eppure ragioniamoci un po’ su. Guardiamo a quello che sta facendo la Lombardia e a quello che sta facendo Roma. La Lombardia per prima ha lanciato l’allarme su quello che stava avvenendo. E si è trovata sommersa da polemiche. Come fossero stati distruttori di economie e commerci. Poi, il caos organizzativo. La Lombardia a chiedere di chiudere tutto, bloccare gli spostamenti. Era evidente, per chi volesse ragionare sui dati. Eppure nella notte della vergogna viene emanato un decreto che neanche chiarisce chi può fare cosa. Non viene chiusa la Borsa. Nelle stesse ore in Lombardia di fatto si requisiscono gli ospedali privati senza polemiche, si creano 18 ospedali hub per gestire tutte le altre emergenze che non siano il coronavirus (lo sapete che la gente gli piglia ancora l’infarto, sì? Che si rompe ancora le ossa, sì?), e si inizia a dire senza mezzi termini che se si va avanti così collassa tutto. Ora, immaginatevi se tutto questo l’avesse dovuto fare Roma. Senza Titolo Quinto. Senza una gestione locale della sanità. Immaginatevi che cosa sarebbe successo. E ora pensate che – visto che le leve fiscali ce le hanno loro – è esattamente quello che succederà alla nostra economia quando sarà il momento di riprendersi.

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