State a casa, rilassatevi, godetevi la tv. Dice Burioni. Tutti i medici lo dicono. Perché il Coronavirus si combatte con l’isolamento. Ormai il caos dei primi giorni, nei quali c’era chi pensava fosse una semplice influenza e chi pensava che invece fosse la peste bubbonica, se ne è andato. E la situazione è chiara, chiarissima. Bisogna limitare il contagio, spalmarlo su più tempo. Altrimenti rischierà di morire non solo chi ha complicazioni gravi da Coronavirus ma anche gli altri che invece hanno bisogno di un letto in terapia intensiva e non lo trovano perché occupato da un infetto da Coronavirus. E ben presto arriverà la scelta etica: chi mettiamo in quel letto? Chi rischiamo di far morire? Ma, questa, è responsabilità dei medici e non mi arrischio su questo terreno. Noi tutti quanti abbiamo un’altra responsabilità. Perché il Coronavirus si combatte limitando la socialità, è vero. Ma l’equazione non è “scuole chiuse uguale vacanza”. Altrimenti il Coronavirus, per l’occasione ribattezzato Vacanzavirus, produrrà anche il danno dell’ignoranza crassa e di studenti che si sono fatti il doppio delle vacanze previste. Mi risulta incomprensibile il motivo per cui, ogni giorno – considerato che ogni famiglia d’Italia ha un cellulare o un tablet o un computer – non si organizzino le lezioni telematiche. Siamo bravissimi a smanettare su internet, tutti quanti tranne gli insegnanti? Davvero? Non credo. C’è poi il Vacanzavirus dei garantiti. Quelli che lavorano nelle grandissime aziende, o negli uffici statali. Ma queste non sono vacanze. Queste sono misure di limitazione della socialità. Chi può lavorare da casa lo faccia. Il Tribunale di Milano è chiuso? Spero che alla riapertura non ci siano più motivazioni di sentenze da scrivere, ad esempio. O arretrati amministrativi, carte da produrre, situazioni da esaminare ancora pendenti. E chi non può farlo, si migliori. Invece di stare sul divano a guardare la televisione, studi qualcosa che serve al suo lavoro. Si alleni a rientrare più preparato di prima. Sennò quando tutto questo finirà, le piccole aziende moriranno, le medie licenzieranno, le grandi metteranno in cassa integrazione. E gli statali? Beh, a loro non succederà niente. Ma in mezzo alla recessione nessuno starà comodo. Neppure loro.

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