Eddai che sta finendo. Dai, vi faccio gli auguri anche quest’anno. Ormai è la quinta volta, e spero proprio che ci sarà anche la sesta. Ci fermiamo per le ferie e auguro a tutti voi ogni bene. Io, tanto per portarmi avanti, sono andato a prendere qualche bottiglia di digestivo. Per il cenone, ovviamente. Anzi, per i cenoni. Ma anche perché quest’anno appena trascorso si preannunciava come tranquillo: niente elezioni, poche polemiche. Invece c’è stato di tutto, dal papeete alla crisi di governo al governo giallorosso, alle inchieste che parevano una tangentopoli (a me mai, ma il Corriere titolò così) e invece sono una brezzolina. Roba per stomaci forti. Ma l’anno prossimo c’è l’Emilia, con le regionali, c’è l’inizio della campagna elettorale per il sindaco di Milano. E poi ci sono i soliti grandi classici: Ilva, Alitalia, Autostrade. Se credessi in Babbo Natale, gli chiederei di darci un Paese migliore. Poi però stamattina mi sono fermato, rigorosamente in coda e con una ruota dentro una buca, a osservare il gestore di un bar appena fuori da viale Tibaldi, in zona semi periferica. Puliva meticolosamente il marciapiede. La portiera sudamericana del palazzo di fianco aveva la canna dell’acqua alle mani e stava nettando il suo pezzo di marciapiede. Ognuno faceva a modo suo. Ma il concetto è’ che il marciapiede alla fine risulta pulito. C’è un sacco di gente che fa così. Sono, e siamo, la maggioranza. Magari smoccolando, magari lamentandoci, ma il nostro pezzo di marciapiede lo teniamo in ordine. A tutti noi, a tutti voi, tanti auguri. Agli zozzoni, invece, auguriamo tanto Maalox.

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