C’è stato un lungo e caloroso applauso dall’aula del consiglio comunale al termine dell’intervento del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha poi lasciato l’aula per la seduta straordinaria in occasione del 50esimo anniversario della strage di piazza Fontana. Il capo dello Stato è intervenuto dopo il presidente del Consiglio comunale Lamberto Bertolè, del sindaco Giuseppe Sala e del presidente dell’associazione dei familiari delle vittime di piazza Fontana, Carlo Arnoldi, la seduta si è chiusa.
“Siamo qui, oggi, perché avvertiamo il dovere di ricordare, insieme, avvenimenti per i quali si è fatta verità e si è cercata giustizia, tra difficoltà e ostacoli, e sovente giungendo a esiti insoddisfacenti. L’identità della Repubblica è segnata dai morti e dai feriti della Banca Nazionale dell’Agricoltura”, ha detto il presidente della Mattarella. Con la bomba in piazza Fontana e l’inizio della strategia della tensione, ha detto il Capo dello Stato, venne sferrato “un attacco forsennato contro la nostra convivenza civile, uno strappo lacerante alla pacifica vita di una comunità e una nazione orgogliosa di essersi lasciata alle spalle le mostrosità della guerra, gli orrori del fascismo e le difficoltà della ricostruzione del dopoguerra”. Ricordando i “145 attentati dinamitardi” che si contarono nel 1969 e “la verità e giustizia cercate con fatica” e con esiti giudiziari “insoddisfacenti”, Mattarella ha parlato della stagione della strategia della tensione come di una “spirale cieca e antipopolare” con l’emergere oltre al terrorismo stragista nero, quello di matrice brigatista. Mattarella ha quindi ricordato “Vittorio Occorsio ed Emilio Alessandrini, magistrati che avevano indagato sulla strage di Piazza Fontana, assassinati pochi anni dopo, l’uno da terroristi di destra, l’altro da terroristi di sinistra”.