C’è stato un lungo e caloroso applauso dall’aula del consiglio comunale al termine dell’intervento del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha poi lasciato l’aula per la seduta straordinaria in occasione del 50esimo anniversario della strage di piazza Fontana. Il capo dello Stato è intervenuto dopo il presidente del Consiglio comunale Lamberto Bertolè, del sindaco Giuseppe Sala e del presidente dell’associazione dei familiari delle vittime di piazza Fontana, Carlo Arnoldi, la seduta si è chiusa.

“Siamo qui, oggi, perché avvertiamo il dovere di ricordare, insieme, avvenimenti per i quali si è fatta verità e si è cercata giustizia, tra difficoltà e ostacoli, e sovente giungendo a esiti insoddisfacenti. L’identità della Repubblica è segnata dai morti e dai feriti della Banca Nazionale dell’Agricoltura”, ha detto il presidente della Mattarella. Con la bomba in piazza Fontana e l’inizio della strategia della tensione, ha detto il Capo dello Stato, venne sferrato “un attacco forsennato contro la nostra convivenza civile, uno strappo lacerante alla pacifica vita di una comunità e una nazione orgogliosa di essersi lasciata alle spalle le mostrosità della guerra, gli orrori del fascismo e le difficoltà della ricostruzione del dopoguerra”. Ricordando i “145 attentati dinamitardi” che si contarono nel 1969 e “la verità e giustizia cercate con fatica” e con esiti giudiziari “insoddisfacenti”, Mattarella ha parlato della stagione della strategia della tensione come di una “spirale cieca e antipopolare” con l’emergere oltre al terrorismo stragista nero, quello di matrice brigatista. Mattarella ha quindi ricordato “Vittorio Occorsio ed Emilio Alessandrini, magistrati che avevano indagato sulla strage di Piazza Fontana, assassinati pochi anni dopo, l’uno da terroristi di destra, l’altro da terroristi di sinistra”.

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La prima volta della mia vita in cui “sono andato in onda” è stato il 7 luglio 1978…da allora in radio ho fatto veramente di tutto. Dai programmi di rock all’informazione, passando per regie e montaggi. Giornalista dal maggio 1986 sono arrivato a Radio Lombardia nel marzo del 1989 qualche giorno prima della nascita del primo mio figlio, insomma una botta di vita tutta in un colpo. Brianzolo di nascita e di fatto il maggior tempo della mia vita l’ho passato a Milano città in cui ho avuto la fortuna di sentire spirare il vento della cultura mitteleuropea. Adoro la carbonara, Finale Ligure e il Milan (l’ordine è rigorosamente alfabetico). I libri della vita sono stati e sono: “Avere o essere” di Fromm, “On the road” di Kerouac, “L’insostenibile leggerezza dell’essere” di Milan Kundera, “Grammatica del vivere” di Cooper e l’opera omnia del collega e amico Piero Colaprico (vai Kola!). I film: “Blade Runner“, “Blues Brothers” e “Miracolo a Milano” quando buongiorno voleva dire veramente buongiorno. Ovviamente la musica è centrale nella mia formazione: Pink Floyd, Frank Zappa, Clash, Genesis e John Coltrane tra i miei preferiti. https://www.wikimilano.it/wiki/Luca_Levati