A chi si fosse illuso, leggendo oggi i quotidiani, che il via libera al nuovo stadio sia cosa fatta, vorrei dire che come al solito in Italia bisogna difendersi duramente dalla mistificazione della realtà. L’altro giorno c’era scritto che un milione di risposte positive erano state date durante la consultazione web dei club. Poi si scopre che chi aveva risposto erano 40mila e che pure il questionario diciamo che era fatto un po’ come i quesiti sulla piattaforma Rousseau: leggermente orientati. Oggi invece leggiamo che la conferenza dei servizi ha dato il via libera è che quindi il nuovo stadio è più vicino. Quel che non si dice è che ovviamente non dice Fiorenzo Tagliabue e la sua Sec, l’agenzia che è stata chiamata a risolvere i problemi di comunicazione ingenerati da una serie di uscite diciamo infelici (tipo quando il Milan annunciò l’abbattimento di San siro cinque minuti prima che i commissari del Cio decidessero se assegnare o meno le Olimpiadi invernali a Milano, con inaugurazione proprio a San Siro). Quel che ovviamente non dice la Sec, dunque, è che la conferenza dei servizi di fatto è monca del parere della soprintendenza. Un atto propedeutico ma assolutamente non decisivo, importante quando poteva esserlo un buon passaggio di Pirlo nelle retrovie: fondamentale ma per arrivare al gol ci vogliono ancora decine di metri. E, mi sia concesso un consiglio non richiesto e soprattutto gratis, tanta trasparenza in più e giochetti comunicativi in meno aiuterebbero il dibattito pubblico.

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