Legambiente, flashmob per più fonti rinnovabili

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Nella Settimana Mondiale per il Clima anche Legambiente Lombardia scende in campo per richiamare l’attenzione sull’impatto che hanno le fonti fossili di energia sul cambiamento climatico. L’associazione ha organizzato un flashmob in piazza Duomo inscenando un tiro allafune tra barili di petrolio e pannelli solari, coinvolgendo i passanti nella lotta simbolica tra un sistema energetico inquinante e ormai superato e le fonti rinnovabili, rappresentanti un modello di autosufficienza energetica che può portare ad una drastica riduzione delle emissioni. «Sono circa 18,8 i miliardi di euro che, secondo le nostre stime, sono arrivati in un anno in Italia al settore delle fonti fossili, tra sussidi diretti e indiretti al consumo o alla produzione di idrocarburi – illustra Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia -. Oltre 14,3 miliardi di euro all’anno di sussidi alle fonti fossili sono eliminabili in parte subito e del tutto entro il 2025, mentre 4,5 miliardi di euro possono essere rimodulati, nello stesso settore o in altri, ma in modo da spingere l’innovazione e ridurre le emissioni. È una questione di volontà politica e se non lo si fa è perché evidentemente si vuole continuare a proteggere una rendita di cui beneficiano alcune imprese». L’iniziativa si inserisce nel calendario delle manifestazioni indette dal movimento Fridays For Future, che a livello globale hanno visto la partecipazione di milioni di persone a parate di protesta in tutto il Mondo. A Milano anche Legambiente parteciperà al corteo studentesco di venerdì 27 settembre con partenza alle 9.30 da Largo Cairoli e il corteo cittadino promosso dal coordinamento Milano per il Clima con partenza alle 18 sempre da Largo Cairoli.  Il flashmob in piazza Duomo è stata anche l’occasione per consegnare al Sindaco Giuseppe Sala, presente all’atto dimostrativo insieme al consigliere comunale Carlo Monguzzi, una lettera aperta sul ruolo primario che la città di Milano dovrebbe avere nel necessario processo di decarbonizzazione energetica, ergendosi ad esempio virtuoso nell’impulso alle innovazioni tecnologiche volte a promuovere l’utilizzo di fonti rinnovabili, una su tutte il sole.  La Lombardia è la regione italiana con il maggior numero di impianti fotovoltaici installati. Ma i dati di Milano sono, in questo scenario, deludenti: le installazioni secondo il GSE hanno una potenza complessiva di 19,78 Mw sviluppati da 1230 impianti. La potenza installata equivale teoricamente alla copertura di fabbisogno di circa 7000 utenze abitative, cioè meno dell’1,2% dei soli consumi domestici. Come numero di impianti non raggiungiamo l’1% del totale di tutta la Lombardia (125.250 a fine 2018), la potenza è ancora meno, ovvero lo 0,86% rispetto al dato della Lombardia (2303 MW). Si tratta di dati che testimoniano una bassissima penetrazione della generazione solare nel capoluogo lombardo, un dato quasi 20 volte inferiore alla produzione procapite calcolata sul resto della popolazione della regione. La Pubblica Amministrazione non dà il buon esempio: risultano in tutto 43 impianti per una potenza di 1 MW, su edifici pubblici nel territorio comunale di Milano. Su edifici del Comune (incluse le scuole comunali) gli impianti sono solo 13 e sviluppano una potenza di 150 KW. Considerate le grandi superfici di scuole, depositi, palazzine uffici, parcheggi e impianti sportivi, si potrebbe davvero fare molto di più. «Milano è una città faro, in Italia e in Europa, per le politiche urbane, l’amministrazione ha lavorato per diventare apripista in scelte coraggiose e progetti ambiziosi, a cui tutto il Paese oggi guarda con speranza – si legge nella lettera di Legambiente Lombardia -. Chiediamo al Comune di dare il buon esempio, con uno sforzo per censire e utilizzare le superfici di cui può disporre l’amministrazione e le società partecipate, per procedere da subito con investimenti nel settore dell’energia solare, comunicando questo sforzo e i suoi risultati a cittadini e condomini, affinché tutti siano informati delle opportunità che in questo momento (e sempre più in futuro) il mercato genera, per produrre energia pulita risparmiando. Già oggi il fotovoltaico consente di rifornirsi di energia a costi competitivi: è incomprensibile che l’ente pubblico paghi energia fossile quando potrebbe produrne da sé, semplicemente utilizzando meglio il sole».

 

 

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