Joe Jackson si racconta attraverso una sorta di divertente documentario, ricco di umanità e ironia, facendoci apprezzare anche le sue doti di scrittore. Con la sua narrazione accompagna il lettore sino al 1979, anno in cui esce il suo primo e più venduto album, Look Sharp!
C’è il ritratto di un adolescente, musicista emarginato e fan di Beethoven, che inizia a esibirsi di fronte a un pubblico di skinhead che lanciano bicchieri e marinai ubriachi che s’azzuffano. Ci guida, poi, dentro le aule della Royal Academy of Music, passando per la Londra della scena punk e new-wave, fino alle soglie della celebrità.

In Gravità Zero Jackson ci parla della sua sincretica passione per la musica di tutti i generi; di come e perché la gente faccia musica; del suo grande amore per Šostakovič e The Prodigy e della sua avversione per Brahms e Brian Eno.
Non è un’autobiografia ma “un libro sulla musica astutamente camuffato da libro di memorie” che ci svela come la musica lo abbia salvato dal diventare “uno di quei tristi bastardi che vedi uscire dai pub all’ora di chiusura, in cerca di una rissa”.

David Ian “Joe” Jackson (Burton upon Trent, 11 agosto 1954), cantante, compositore e polistrumentista britannico, è tra i principali esponenti della New Wave insieme a Elvis Costello e Graham Parker. Nella sua quarantennale carriera ha spaziato fra numerosi generi: dal punk rock al jazz, dal pop alla musica classica e tra i suoi brani di maggior successo figurano Is She Really Going Out With Him?, Steppin’ Out e You Can’t Get What You Want (Till You Know What You Want). Ha vinto un Grammy Award nel 2001 con l’album Symphony No.1, come miglior album pop strumentale, e ottenuto altre cinque nomination tra il 1979 e il 2001.
Tra i suoi album più venduti ricordiamo Look Sharp!, Night and Day e Body and Soul. Il più recente, Fool, è uscito nel gennaio 2019. Ha composto colonne sonore per film, video e televisione. Diplomato alla Royal Academy of Music, la sua vita si divide tra Berlino, New York City e Portsmouth.
Ha pubblicato A Cure for Gravity nel 1999. Finalista nel 2000 dell’11ma edizione del Premio Ralph J. Gleason Music Book, il libro è stato tradotto in tedesco e olandese.

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Luca Levati
La prima volta della mia vita in cui “sono andato in onda” è stato il 7 luglio 1978…da allora in radio ho fatto veramente di tutto. Dai programmi di rock all’informazione, passando per regie e montaggi. Giornalista dal maggio 1986 sono arrivato a Radio Lombardia nel marzo del 1989 qualche giorno prima della nascita del primo mio figlio, insomma una botta di vita tutta in un colpo. Brianzolo di nascita e di fatto il maggior tempo della mia vita l’ho passato a Milano città in cui ho avuto la fortuna di sentire spirare il vento della cultura mitteleuropea. Adoro la carbonara, Finale Ligure e il Milan (l’ordine è rigorosamente alfabetico). I libri della vita sono stati e sono: “Avere o essere” di Fromm, “On the road” di Kerouac, “L’insostenibile leggerezza dell’essere” di Milan Kundera, “Grammatica del vivere” di Cooper e l’opera omnia del collega e amico Piero Colaprico (vai Kola!). I film: “Blade Runner“, “Blues Brothers” e “Miracolo a Milano” quando buongiorno voleva dire veramente buongiorno. Ovviamente la musica è centrale nella mia formazione: Pink Floyd, Frank Zappa, Clash, Genesis e John Coltrane tra i miei preferiti. https://www.wikimilano.it/wiki/Luca_Levati