Sul decreto SalvaRoma è ora che si dica la verità.

Su Facebook, manco a dirlo, gira una bugia grande come una casa, replicata da tutta una serie di account vicini al Movimento 5 Stelle. Quel che gira è che in effetti con il SalvaRoma si permette di azzerare il debito senza che questo gravi sullo Stato, che i 13 miliardi di euro sono stati fatti dalle precedenti amministrazioni. Quest’ultima cosa è vera, perché Roma non è stata costruita in un giorno, e neppure il suo debito. Quello che però non è vero che azzerare il debito, che in effetti vuol dire rifinanziarlo (cioè, il debito non sparisce, semplicemente ci si accorda su un modo diverso di ripagarlo), non impatti sullo Stato. Perché il punto è che il debito di Roma entrerà nella fiscalità generale. Che cosa vuol dire? Vuol dire che lo Stato si farebbe carico di una parte dei debiti finanziari compensandoli – dice il progetto – “con una riduzione minima del contributo statale”. Quindi, ricapitoliamo: del debito di Roma si fa carico lo Stato, che in cambio trasferisce meno fondi – molto pochi in meno – alla città. Quindi? Di fatto il debito di Roma passa a tutti noi. Anche a noi. Una norma che la Raggi chiama SalvaItalia. Devo dire che il nome SalvaItalia, accostato a chi l’ha scritta quella norma, ovvero il viceministro Laura Castelli, pare davvero un ossimoro, un controsenso. Ma questa è l’Italia.

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