Nella ricorrenza del XIX Giorno della Memoria, un Teatro alla Scala gremito e un’ovazione hanno accolto la senatrice Liliana Segre, nel corso dell’incontro di questa con gli studenti delle scuole milanesi introdotto da Enrico Mentana. L’evento è stato promosso dall’ANPI Scala, dall’ANPI Provinciale di Milano e dall’Associazione Figli della Shoah.

Dopo i saluti iniziali di Anna Scavuzzo, Vice Sindaco di Milano, del Presidente dell’ANPI Provinciale di Milano Roberto Cenati e della Vice Presidente dell’Associazione Figli della Shoah Daniela Tedeschi, è seguito un breve brano musicale che ha anticipato la testimonianza di Liliana Segre, senatrice a vita, superstite dell’Olocausto e testimone dei campi di concentramento nazisti.

Sopravvissuta ad Auschwitz, 88 anni, Liliana Segre ha collegato la sua storia ai temi dell’attualità: “Vi parlo come una nonna, sono qui per raccontarvi come un giorno sono stata espulsa dalla scuola quando avevo 8 anni per la sola colpa di essere nata. Per la colpa di essere ebrea. Anch’io sono stata una clandestina nella terra di nessuno e sono stata una richiedente asilo. Mi disse l’ufficiale svizzero che non era vero che in Italia c’era la guerra e ci rimandò indietro”. Ricordando la sua marcia nella neve attraverso i boschi del Varesotto, con i contrabbandieri “che si sono fatti le ville portando disperati” ha sottolineato come “io questa gente la paragono agli scafisti di oggi”.

Segre ha esortato i liceali in teatro a essere coraggiosi, “a trovare la sera un momento di silenzio per riflettere su quel che è stato, a leggere Primo Levi, capace di descrivere senza retorica l’orrore. Io sono stata un numero, privata del nome, ridotta a un pezzo, bastonata e presa a calci pugni e sberle, senza possibilità di capire perché, come i vitelli condotti al macello. Su 605 persone partite e deportate con me da Milano, solo 30 donne vennero mandate al lavoro invece che alle camere a gas. Su 775 bambini sotto i 14 anni deportati ad Auschwitz, solo 25 sono sopravvissuti. Ma ancora oggi i negazionisti trovano la strada libera per dire che non c’è stato nessuno sterminio”.

Particolarmente commovente infine il ricordo che la senatrice ha tracciato della “marcia della morte” verso la Germania di fine gennaio 1945 in seguito all’evacuazione del campo di Auschwitz Birkenau e il suo racconto dello “spuntare dei primi fili verdi di erba nei campi e dell’arrivo dei primi germogli in quella primavera che anticipò la liberazione di tutti noi”.

A rappresentare il Consiglio regionale erano presenti il Vice Presidente Carlo Borghetti e il Consigliere Segretario Dario Violi.

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Luca Levati
La prima volta della mia vita in cui “sono andato in onda” è stato il 7 luglio 1978…da allora in radio ho fatto veramente di tutto. Dai programmi di rock all’informazione, passando per regie e montaggi. Giornalista dal maggio 1986 sono arrivato a Radio Lombardia nel marzo del 1989 qualche giorno prima della nascita del primo mio figlio, insomma una botta di vita tutta in un colpo. Brianzolo di nascita e di fatto il maggior tempo della mia vita l’ho passato a Milano città in cui ho avuto la fortuna di sentire spirare il vento della cultura mitteleuropea. Adoro la carbonara, Finale Ligure e il Milan (l’ordine è rigorosamente alfabetico). I libri della vita sono stati e sono: “Avere o essere” di Fromm, “On the road” di Kerouac, “L’insostenibile leggerezza dell’essere” di Milan Kundera, “Grammatica del vivere” di Cooper e l’opera omnia del collega e amico Piero Colaprico (vai Kola!). I film: “Blade Runner“, “Blues Brothers” e “Miracolo a Milano” quando buongiorno voleva dire veramente buongiorno. Ovviamente la musica è centrale nella mia formazione: Pink Floyd, Frank Zappa, Clash, Genesis e John Coltrane tra i miei preferiti. https://www.wikimilano.it/wiki/Luca_Levati