Ancora nessuna traccia del giovane sparito in Valmalenco

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Proseguono le ricerche di Mattia Mingarelli, il trentenne comasco di Albavilla scomparso nel nulla venerdì 7 dicembre dalla piccola frazione di Barchi di Chiesa Valmalenco, in provincia di Sondrio, dove era solito trascorrere le ferie e dove si rifugiava nei fine settimana con il suo inseparabile cane Dante. Al lavoro decine di uomini, Vigili del Fuoco, Soccorso Alpino, Guardia di Finanza, Carabinieri e Protezione Civile, per cercare una traccia del giovane agente di commercio: con l’aiuto dei cani e di un elicottero hanno perlustrato una vasta area attorno alla casa di Mattia. Poche le ipotesi sulla scomparsa; dall’incidente a un malore nei boschi mentre gli inquirenti sembrano escludere un allontanamento volontario o un gesto disperato. Il procuratore di Sondrio, Claudio Gittardi, non esclude comunque l’ipotesi di delitto. Molti i punti oscuri come il fatto che il suo cellulare sia stato trovato nella neve dall’ultima persona che ha visto Mattia, il titolare del rifugio Ai Barchi, Giorgio Del Zoppo, sentito a lungo dai carabinieri. La sera prima l’uomo aveva incontrato Mattia, insieme avevano bevuto qualcosa. Poi, nella notte, il cane del giovane è entrato nel suo rifugio. Il mattino successivo Del Zoppo ha trovato il cellulare con la sim bloccata. Nel pomeriggio Del Zoppo è tornato alla baita presa in affitto dall’agente di commercio per provare a restituire il telefono ma ancora non c’era nessuno. Con il proprietario di casa ha aperto e i due sono entrati lasciando il cellulare sul tavolo. Sotto esame della scientifica dei carabinieri anche l’auto di Mattia Mingarelli così come il traffico del suo cellulare. L’ultima volta è stato usato per postare su Instagram una foto del cane nella neve. Restano sotto sequestro, intanto, la baita presa in affitto dal giovane e il rifugio Ai Barchi.

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