Delpini, basta con le paure, i migranti non siano capro espiatorio

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“Il consenso costruito con un’eccessiva stimolazione dell’emotività , dove si ingigantiscano paure, pregiudizi, ingenuità, reazioni passionali, non giova al bene dei cittadini e non favorisce la partecipazione democratica”.  Lo ha detto l’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini,  nella basilica di Sant’Ambrogio ieri, nel suo tradizionale “Discorso alla città e alla diocesi”, intitolato “Autorizzati a pensare”. Delpini si è rivolto in particolare ad amministratori pubblici, politici, ai rappresentanti del mondo dell’economia e del lavoro. «Nel dibattito pubblico, nel confronto tra le parti, nella campagna elettorale — ha spiegato Delpini — il linguaggio tende a degenerare in espressioni aggressive, l’argomentazione si riduce a espressioni a effetto, le proposte si esprimono con slogan riduttivi piuttosto che con elaborazioni persuasive». Poi, un riferimento ai migranti. «Si deve evitare di ridurci a cercare un capro espiatorio: talora, per esempio, il fenomeno delle migrazioni e la presenza di migranti, rifugiati, profughi invadono discorsi e fatti di cronaca, fino a dare l’impressione che siano l’unico problema urgente».
L’arcivescovo di Milano nella sua riflessione ha toccato anche il tema dell’Unione europea e del suo futuro: “i cittadini d’Europa erano e sono persuasi che siano da preferire l’unione alla divisione, la collaborazione alla concorrenza, la pace alla guerra”. Nel contesto di un “cantiere europeo al quale rimettere mano” il punto di riferimento per l’Italia è la Costituzione, “che conserva il suo valore, pur con la necessità di aggiornamenti che il tempo rende inevitabili”.

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