Mi spiace dirlo, ma è ultimamente un po’ noioso, il dibattito politico su Milano. E dire che di polemiche da fare, di cose di cui parlare, ce ne sarebbero molte. Non esiste il “non disturbare il manovratore”, in una città effervescente e pronta a discutere come Milano. Tanto più che il manovratore, Beppe Sala, è uno che  vuole il dialogo, anche lo scontro, seppur costruttivo. E allora perché non c’è dibattito, in questa città?

Io credo che sia un problema dell’opposizione, oltre che della maggioranza. C’è scarsa qualità nell’elaborazione delle controproposte. Non dico tutti, ovviamente. Ma come è possibile che sui Navigli e sul fatto che questi non siano da un po’ all’ordine del giorno un vero dibattito duro, aperto, non sia stato suscitato dalle forze della minoranza. E ancora, perché non si parla più dei servizi in termini critici, del futuro dei partiti, delle polemiche interne, delle nomine? Non c’è più nulla. Semplicemente, pare essere calato il silenzio. Ma il silenzio non porta cultura, porta regressione. Ci si è sclerotizzati in gente che parla di periferie, ma mai di cose concrete.

Il sindaco Sala fa una proposta sui quartieri e non uno che abbia la forza di dire: bravo, bene, bis. Oppure, male, ecco che cosa si dovrebbe fare. Dovete svegliarvi, all’opposizione. Dovete svegliarvi perché altrimenti oggi è il giorno giusto per voi: il giorno dei morti. Politicamente parlando. E Milano è una città che ha bisogno di una maggioranza ma anche di una opposizione.

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