A Bergamo hanno venduto all’asta un luogo di culto nell’area degli ex Ospedali Riuniti.

Chi l’ha comprata?

Un’associazione di musulmani che ci vuole fare una moschea. Ed è venuto fuori un caso. Un caso inutile proprio, secondo me.

Analizziamo i fatti. Un bene pubblico, un immobile, in questo caso, viene messo all’asta. A un’asta tutti in Italia possono partecipare. L’immobile è un luogo di culto, che per la legge italiana è esattamente come se fosse un luogo dedicato al maneggio, o alla costruzione di una biblioteca o a una farmacia. Insomma, la legge non guarda a quale culto appartiene il luogo di culto. Ovviamente. La Chiesa Cattolica non partecipa, o comunque perde la gara per l’apertura delle buste. Vince una associazione di musulmani. E quindi? Cioè, dove sta il problema? Hanno vinto secondo le regole che abbiamo messo noi? Sì? E allora? Mi sembra una storia della provincia di Milano, dove per anni e anni e anni hanno impedito ai buddisti di aprire un tempio in una cascina tutta diroccata. Peccato che quelli si sono comprati l’area, hanno rispettato le regole, e hanno aperto il loro centro culturale alla cui inaugurazione c’era l’allora sindaco Pisapia e Roberto Baggio. Indovinate? La Cascina è là, con gli alberi che crescono nelle stanze. Tutta diroccata. Un po’ come saranno le nostre leggi se oggi impediremo a chi ha vinto legittimamente di esercitare il proprio diritto.

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