Per me, le Olimpiadi sono un tema serio, serissimo. E mi piacerebbe fosse trattato senza troppe partigianerie e con un po’ di dati di fatto. Non sono mai stato un entusiasta delle Olimpiadi invernali. Ammetto anche un mio errore passato, segno che il dna che mi contraddistingue è quello del criticone: anche Expo inizialmente non mi stava particolarmente simpatico. Lo dissi anche a Beppe Sala, allora commissario, ammettendo poi che invece no, era stata una grande svolta per Milano. Quindi, avvertenze fatte: state per ascoltare un parere ipercritico. Ora, le Olimpiadi sono una cosa seria, come dicevo. Al di là dell’ambito sportivo hanno almeno due punti da valutare con attenzione. Il primo riguarda il villaggio olimpico, che verrà fatto con tutta probabilità nello scalo di Porta Romana. Questo vuol dire che di fatto quello scalo, uno dei più pregiati da riqualificare, inizierà il suo iter con larghissimo anticipo. Il secondo punto invece riguarda la finalità delle Olimpiadi per la Regione Lombardia. Le Olimpiadi sarebbero un grande volano se servissero per fare opere utili anche dopo che sono finite. Per esempio, collegare bene la Valtellina con Milano. Peccato che il Governo abbia già deciso che non ci mette soldi. E questo non lo dicono solo i pentastellati oggi, ma l’ha detto pure il leghista Giorgetti ieri. E quindi? Quindi si leva uno degli asset che rendono più appetibile questa manifestazione per il territorio. Rimane l’indotto. Ma quella non è materia di politici, perché ci pensa il territorio a fare la sua parte. La cosa incredibile è che sul tema infrastrutturale i fari non sono affatto accesi: sono accesi invece sulla fantastica disquisizione tra Milano e Torino su chi è più in montagna di due città di pianura. Con tanto di foto e di orrori di ortografia da parte della sindaca Appendino. Roba da seconda media, se la geografia della pianura padana non si facesse in quinta elementare

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