Nonostante i segnali di ripresa economica, le persone in difficoltà faticano ancora a uscire dalla condizione di povertà. A dirlo è una ricerca condotta sulle 1.247 strutture caritative partner dell’Associazione in collaborazione con Altis (Alta Scuola Impresa e Società) dell’Università Cattolica. Secondo lo studio – condotto su un ampio campione rappresentativo delle strutture caritative (1.180 enti su 1.247) partner di Banco Alimentare della Lombardia “Danilo Fossati” Onlus –, l’84,5% delle strutture caritative non registra una diminuzione degli assistiti, tra queste il 34% rileva un aumento vero e proprio. Inoltre il 35,7% delle strutture afferma di non aver visto nessuna persona assistita uscire dalla condizione di bisogno nel corso del 2017, mentre il 43,2% delle strutture dichiara che sono meno del 5% le persone assistite che sono uscite dalla povertà. Tra le cause di povertà che spingono i più bisognosi a rivolgersi a Banco Alimentare della Lombardia attraverso le strutture caritative partner, la ricerca segnala al primo posto la mancanza di lavoro. Al secondo posto si evidenzia come, anche in presenza di lavoro, spesso non si dispone di un reddito sufficiente al fabbisogno familiare. A seguire sono cause di povertà le problematiche abitative e gli effetti di separazioni e divorzi sull’economia delle famiglie. Nonostante l’incremento delle quantità di alimenti raccolti e distribuiti da Banco Alimentare della Lombardia alle strutture caritative partner che è passato da 15.193 tonnellate nel 2016 a 18.711 nel 2017, ben il 54% delle strutture ha faticato a rispondere ai bisogni alimentari degli assistiti. «Abbiamo raggiunto nel 2017 risultati che ci riempiono d’orgoglio e che riflettono perfettamente la dedizione e gli sforzi che ogni giorno Banco Alimentare della Lombardia porta avanti per supportare chi è in difficoltà – commenta Dario Boggio Marzet, Presidente Associazione Banco Alimentare della Lombardia – Per questi straordinari risultati bisogna dire grazie ai dipendenti, ai volontari, alle aziende donatrici e alle strutture caritative che condividono la nostra mission. Nella consapevolezza che c’è ancora tanto da fare, rinnoviamo il nostro impegno e la nostra passione nel condividere il bisogno per condividere il senso della vita».

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