Come avevamo anticipato su Affaritaliani.it Milano, qualche settimana fa, i conti si sono chiusi in positivo. Al punto che – invece di fare la fine di fiere disastrose come sono state alcune Expo in giro per l’Europa – quella di Milano addirittura restituisce una manciata di milioni ai soci. Come dire: un successo su tutta la linea. Però però, qualcosa non quadra.

Punto primo: mentre la manifestazione è andata benissimo, i conti sono buoni, sprechi non ce ne sono e pure sull’area post Expo pare che ci sarà uno dei progetti più interessanti d’Italia, chi ha portato avanti tutto questo, ovvero l’attuale sindaco Beppe Sala, ha ancora un’inchiesta per l’acquisto di qualche centinaio di alberi.

In Italia, questa è la dimostrazione, non si possono gestire grandi eventi senza prendere avvisi di garanzia. Vien da chiedere: chi si assumerà il rischio, una volta in più, di farlo?

Punto secondo: in campagna elettorale, nel 2016, il tema dei conti di Expo è stato ultra dibattuto. Se ne sono dette di tutti i colori. Di un ammanco da un miliardo, di centinaia di milioni spariti, paginate sui giornali talk show polemiche. Ora invece, il silenzio. Il silenzio degli innocenti. O degli impuniti.

Attendiamo il primo che vorrà prendere il bilancio di Expo Spa, in liquidazione, per andare a contestare anche i numeri. Sappiatelo: avverrà. Ma non cambierà nulla.

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