C’era una volta Milano.Per oggi, non parliamo delle cose che non vanno nella nostra città. Parliamo del nostro orgoglio di milanesi. Parliamo del fatto che mentre laggiù, a Roma, chiudono le scuole per 10 centimetri di neve e a Bari le mamme inferocite assaltano il sindaco su Facebook chiedendogli di lasciare i bambini a casa perché a meno due poverini si muore, qui le cose vanno avanti sempre e comunque. E magari Atm, che dimostra ancora una volta di non essere Atac (che Dio ce ne scampi e ce ne liberi), allunga l’orario della metropolitana per venire incontro ai pendolari rimasti impigliati nel caos treni. Dicono che non hanno le gomme da neve, poverini. Neppure noi, fino a qualche anno fa, eppure se c’è da lavorare e andare a scuola ci si va, e punto. C’è qualcosa che ci rende diversi, dobbiamo dircelo con orgoglio ma senza presunzione. E’ il fatto che noi non ci fermiamo. Chi in modo più urlato, chi in modo più discreto. Come Gian Marco Moratti, salutato oggi da tutta la Milano che ha riconosciuto la sua grandezza malgrado le pochissime parole. E soprattutto, con zero lamentazioni bibliche che rendono la figura della Capitale ancora più indegna.

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