Gori a Radio Lombardia: “Parlo alla Lombardia più profonda”

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“Quei pochi sondaggi che mi paiono attendibili mi danno costantemente in crescita. Sono consapevole di essere partito in questa condizione politica che stiamo attraversando con uno svantaggio, quello che mi sembra molto interessante è che questo svantaggio si sia molto accorciato, e io ho convinzione che alla fine chi è partito dietro passa davanti”. Lo ha detto Giorgio Gori in diretta a Pane al Pane su Radio Lombardia. Per Gori il centrosinistra in passato ha sbagliato a non andare a parlare alla Lombardia “più profonda”. “Io sto andando in cima alle valli” ha detto il candidato presidente di Pd e centrosinistra. “Milano è Milano, uno dei dieci posti più interessanti e vivi del mondo ma la Lombardia è un’altra cosa: ci sono posti dove mancano collegamenti, le strade non sono state messe a posto, i treni sono rimasti al secolo scorso – ha spiegato Gori – queste sono le chiavi sulle quali si possono convincere gli elettori di centrodestra a cambiare idea spiegando che sono un candidato credibile, all’interno di uno schieramento ampio, in una Regione dove i margini di miglioramento sono molto ampi”. “Noi dobbiamo avere l’ambizione di essere una nazione europea – ha proseguito Gori – così come i nostri imprenditori hanno come competitor i tedeschi, i francesi eccetera”. “Il centro della nostra azione sarà il lavoro – ha aggiunto il candidato presidente – lavoro che sia di qualità e non  precario”. “Mi soffermo spesso a parlare di formazione perché è una competenza della Regione per mettere il tema della conoscenza e del capitale umano al centro del dibattito”. “La Lombardia non è solo la regione dell’industria 4.0 – ha detto Gori – ci sono anche tanti artigiani che non trovano giovani”. Formazione non solo per i giovani ma anche per chi dopo aver lavorato per tanti anni ora si trova in difficoltà: “Quello che non si è fatto è lavorare sui profili più complicati come i cinquantenni espulsi dal mercato del lavoro”.

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