Operai morti, venerdì sciopero e corteo

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I fiori lasciati davanti al cancello della Lamina spa (Foto Omnimilano)

I sindacati dei metalmeccanici milanesi riuniti hanno proclamato due ore di sciopero per venerdì in modo che lavoratori e cittadini possano partecipare a una manifestazione che, alle 15,30, partirà da piazza San Babila e raggiungerà la prefettura per chiedere un incontro col prefetto Luciana Lamorgese, dopo l’incidente sul lavoro che ha portato alla morte di tre operai di un’azienda metalmeccanica di via Rho. Lo ha annunciato Roberta Turi, segretario generale della Fiom Cgil di Milano, durante una conferenza stampa convocata nella sede della Camera del lavoro. Lo sciopero riguarderà per un’ora anche i lavoratori dell’intera regione e l’invito a partecipare alla manifestazione è esteso a tutti i cittadini, anche se – chiedono i sindacati – “senza bandiere di partito” perché “non vogliamo essere usati per la campagna elettorale”. I sindacati hanno definito molte delle dichiarazioni delle ultime ore in merito all’incidente “ipocrite” perché “non possiamo sempre piangere sul latte versato, le cose non accadono a caso. Milano dovrebbe essere un modello, eppure in Lombardia nel 2017 il numero degli infortuni e dei morti è aumentato e Milano è la città tra le più impattate”, ha chiarito Turi. I numeri Inail, infatti, dicono che in Italia, da gennaio a settembre, i morti sul lavoro sono stati 769, ovvero 16 in più rispetto allo stesso periodo del 2016. In Lombardia da gennaio a settembre gli infortuni sul lavoro sono stati 86mila 614 (inclusi quelli in itinere) e, tra le province, Milano è al primo posto per numero di incidenti con 29mila 60 casi (il 33% rispetto all’intera regione). Sempre in Lombardia nei primi nove mesi del 2017 gli incidenti mortali sono stati 94 e Milano è in testa con 29 decessi. A fine 2017 il numero dei morti in Lombardia raggiunge la quota di 120, inclusi quelli in itinere. Una task force tra carabinieri, Asl e Inail che possa servire per fare dei sopralluoghi nelle aziende dove i dipendenti fanno lavori considerati più a rischio. È questa la richiesta che i sindacati dei metalmeccanici avanzeranno al prefetto Luciana Lamorgese quando chiederanno di incontrarla venerdì al termine del corteo organizzato dopo l’incidente sul lavoro in una fabbrica di via Rho che ha causato la morte di tre operai. “Questa tragedia – ha spiegato Roberta Turi – non deve essere vana. Vogliamo che Milano diventi un modello rispetto alla tutela dei diritti dei lavoratori. Il sindaco ci dice la che sul tema è impegnato, noi lo metteremo alla prova”. I sindacati si lamentano perché il numero di ispettori non è sufficiente, per cui “se non c’è un vero impegno istituzionale le lacrime sono lacrime di coccodrillo”. Il tema della sicurezza sul lavoro – ha aggiunto Christian Gambarelli, segretario generale Fim cisl di Milano metropoli – deve essere la centralità della politica, in particolare in regione Lombardia, locomotiva di Italia. Vogliamo rivendicare il protocollo Expo, un grande cantiere dove ci sono stati pochissimi infortuni”. Per questo al prefetto e al sindaco verrà chiesto anche di firmare “un protocollo di intesa sugli enti di certificazione della sicurezza” perché “chi fa formazione deve essere sottoposto alla certificazione dell’ente pubblico” anche perché i morti sul lavoro in Lombardia sono saliti nel 2017 rispetto al 2016 (45 contro 40). A questi si aggiungono quelli in itinere che passano da 105 a 120. I sindacati hanno quindi decido “di fare nelle prossime settimane e mesi una campagna straordinaria di informazione nelle aziende e nei luoghi di lavoro”, ha concluso Vittorio Sarti, segretario generale della Uil di Milano e Monza. (omnimilano)

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