Ci lascia un altro eroe del classic rock americano… È morto TOM PETTY all’età di 66 anni: è stato trovato domenica notte (1 Ottobre) privo di sensi e in pieno arresto cardiaco nella sua casa di Malibu. Trasportato d’urgenza in ospedale a Santa Monica in gravissime condizioni, è stato sottoposto a terapia intensiva ma l’infarto e una crisi respiratoria gli sarebbero stati purtroppo fatali e i medici, dopo numerosi tentativi di rianimazione, non hanno potuto che staccare le macchine e dichiarare la morte cerebrale in data 2 Ottobre 2017. I familiari dell’artista avrebbero dato mandato ai medici di evitare qualsiasi forma di accanimento terapeutico. Confermano CBS e CNN anche se nelle ultime ore le smentite e le conferme della triste notizia si sono rincorse in maniera confusa… La sua ultima apparizione sul palco risale a pochi giorni fa quando con i suoi Heartbreakers ha tenuto ben 3 concerti da “tutto esaurito” all’Hollywood Bowl di Los Angeles (21, 22 e 25 Settembre 2017). Un addio alle scene annunciato, ma nelle sue intenzioni solo per stare finalmente vicino alla famiglia: “Non un addio alla musica in generale ma non voglio più passare la mia vita in giro come un vagabondo alla mia età”, aveva dichiarato recentemente alla rivista Rolling Stone.
Nato in Florida e letteralmente folgorato da un concerto di Elvis Presley nella sua Gainesville in tenera età, è da sempre considerato uno dei cantautori più colti, emotivi ed eleganti del rock. Con una carriera ultraquarantennale promettente sin dalle prime battute (fu lanciato da un debutto nella Top 40), Petty ha girato il mondo in tour, inciso 22 album, vinto 3 Grammy e venduto 80 milioni di dischi. Il suo “timido” soldalizio artistico con Bob Dylan, Roy Orbison, Jeff Lynne e George Harrison negli anni 90 ci ha regalato il fantastico supergruppo dei TRAVELING WILBURYS. Il suo ultimo album con la sua adorata band è “Hypnotic Eye“, uscito nel 2014 e arrivato ancora una volta al numero 1 di Billboard. Nel 2002 è stato ammesso nella Rock’n’Roll Hall Of Fame “presentato” da Jacob Dylan, figlio del compare Bob.
Le sue canzoni di folk rock tradizionale a stelle e strisce, tra chitarre melodiose e poesia, tramonti malinconici e il sogno americano, parlavano di spaccati di vita e personaggi ribelli spesso un po’ sfasciati ed emarginati, raccontati da una voce unica, da magico cantastorie vecchio stampo…
Bob Dylan lo saluta così: “Sono scioccato. Era un grande performer, pieno di luce, e un amico, che non dimenticherò mai“.
Ciao cappellaio matto del rock’n’roll…