Boom di serre per le insalate in busta: +400% in tre anni

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Boom delle coltivazioni in serra per la Lombardia. Negli ultimi tre anni – spiega la Coldiretti regionale – le coltivazioni sotto strutture protette sono aumentate di cinque volte passando da 159 a 797 ettari con il 77% concentrato sull’asse Bergamo-Brescia-Mantova.  “La crescita delle colture in serra – spiega Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia – rendeva quanto mai urgente intervenire per garantire uniformità di trattamento da parte dei comuni, visto che alcuni consideravano dei tunnel di teli di plastica sostenuti da canne di metallo come fossero veri e propri edifici in muratura con relative complicanze burocratiche e fiscali. La nuova legge di Regione Lombardia appena approvata porta quindi un po’ di chiarezza nel settore e semplifica il lavoro dei produttori, offrendo la possibilità di un ulteriore sviluppo del comparto”.

Per quanto riguarda le coltivazioni in serra (fra verdure, piante e fiori) Mantova guida la classifica con oltre 360 ettari, pari a più del 40% del totale regionale, con un aumento di quasi 9 volte rispetto a tre anni fa – spiega la Coldiretti Lombardia – mentre Bergamo e Brescia, storiche culle della quarta gamma (le insalate e le verdure in busta già lavate e pronte all’uso, ndr.) rispetto al 2014 hanno triplicato le loro superfici protette: la prima è passata da 55 a 181 ettari, mentre la seconda da 27 a 77 ettari. Ma la crescita – spiega la Coldiretti Lombardia – riguarda quasi tutte le province: Cremona da 14 a 58 ettari, Milano da 5 a 42, Varese da 0,4 a 13 ettari, Monza da 1 a 17, Lodi da 6 a 13, Lecco da 1 a 16, Como da 1,6 a 12,7. Uniche eccezioni sono Pavia rimasta quasi invariata sui 3 ettari e Sondrio scesa da 0,9 a 0,6 ettari. Ezio Viscardi, orticoltore 53enne di Lurano, nella pianura bergamasca, racconta: “Le prime strutture le hanno messe i miei genitori nella seconda metà degli anni ’80. Ora, ho un’azienda con 60.000 metri quadri di tunnel e serre multiple, dove produco insalate bianche e rosse, spinaci, songino, rucola, erbette e cicorino da taglio. Questi strumenti hanno uno scopo: permettere a noi orticoltori di lavorare anche nei mesi invernali e aiutarci ad essere produttivi anche in estati calde e siccitose, come quella appena trascorsa, sempre più colpite da eventi meteo estremi capaci di rovinare i raccolti”.

La maggior parte delle serre è dedicata all’agroalimentare, tanto che la Lombardia – spiega la Coldiretti regionale – produce circa il 70% delle insalate e verdure in busta italiane, con il lavoro di 230 aziende agricole concentrate soprattutto nelle province di Bergamo e Brescia. Il valore del comparto in Lombardia – stima Coldiretti – supera i 500 milioni di euro all’anno e occupa, direttamente, oltre mille persone. “La quarta gamma rappresenta un esempio della capacità degli agricoltori di innovare per andare incontro alle esigenze dei consumatori e una norma regionale di semplificazione e  sburocratizzazione era una passo importante da compiere” afferma Ettore Prandini.

“Serviva una legge regionale che dettasse regole chiare e facilmente applicabili – commenta Agostino Carini, di Mairano (Brescia) che ha circa 12 ettari di insalate e verdure sotto serra – sono quasi 10 anni che la chiedevamo e finalmente è arrivata”. Ivan Tracconaglia di Ghedi, 38 anni che con il fratello gestisce un azienda florovivaistica erano anni che voleva provare a far crescere la propria produzione: “Mi piacerebbe inserire alcune serre mobili per la coltivazione di piante aromatiche,  officinali e spontanee da utilizzare anche in cucina e questa legge cade a fagiolo: ci permette di programmare investimenti determinanti per il futuro della nostra azienda”.

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