Caldo, occhi puntati sul lago di Garda che – spiega Coldiretti Lombardia – è appena al 34,4% di riempimento del volume e negli afflussi di acqua registra un taglio di almeno il 60% rispetto alla media del periodo: in pratica entrano 28 metri cubi al secondo contro gli oltre 65 di media. Le acque del Garda e del Mincio – spiega Coldiretti Lombardia – servono tutta la provincia di Mantova, una delle più importanti a livello agricolo. “La situazione è problematica e speriamo di resistere sino a fine stagione – spiega Gianluigi Zani, Presidente del Consorzio Garda Chiese che garantisce l’irrigazione a ottomila aziende agricole su un terzo di tutto il territorio mantovano – per adesso stiamo lavorando con il 60-70% dell’acqua prevista”. Il Garda boccheggia, mentre va meglio sugli altri laghi lombardi – spiega la Coldiretti regionale – il Maggiore è pieno al 72,5%, quello di Como quasi al 61% e l’Iseo al 68,6%. Intanto il Po, al Ponte della Becca a Pavia, questa notte ha rischiato di sfondare il muro negativo dei 3,5 metri sotto lo zero idrometrico, per poi attestarsi in mattinata sui 3,45 metri sempre sotto lo zero.

“L’andamento climatico anomalo, prima in inverno con l’80% di pioggia in meno, poi con le gelate di primavera e adesso con queste ondate di caldo africano, sta creando non pochi problemi alle produzioni agricole – spiega Wilma Pirola, Presidente di Coldiretti Pavia – sul fronte irriguo stiamo resistendo grazie al lavoro dei consorzi di bonifica insieme agli interventi degli agricoltori sulla pulizia dei canali che garantisce un migliore scorrimento dell’acqua. A questo punto però è necessario un ragionamento serio, anche a livello politico, sull’uso delle cave dismesse per accumulare l’acqua nei periodi di abbondanza”. Secondo una stima di Coldiretti Lombardia, si potrebbero stoccare 90 milioni di metri cubi usando solo il 10% dei circa tremila poli estrattivi in disarmo, scegliendo solo quelli più adatti dal punto di vista ambientale e geologico.

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