Sala; inaccettabile il blitz di CasaPound

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Tre ore di forte tensione ieri pomeriggio a Palazzo Marino e scontri tra CasaPound e centri sociali. In mezzo la polizia a separare le due fazioni a randellate. Tutto è iniziato quando una ventina di militanti di CasaPound si sono seduti nella parte riservata al pubblico del Consiglio Comunale. Non c’è stata nessuna irruzione; sono entrati lasciando la carta d’identità in portineria. Dopo pochi minuti si sono alzati in piedi e hanno urlato la loro richiesta di dimissioni del sindaco Beppe Sala, hanno lanciato volantini e srotolato uno striscione tra i saluti romani.

I consiglieri di sinistra Basilio Rizzo, Paolo Limonta e Carlo Monguzzi intervengono. Digos e Polizia Locale riescono a spingere fuori dall’aula i rappresentati dell’estrema destra. All’ingresso principale del palazzo si trovano di fronte i giovani di “Nessuno è illegale”, movimento legato al centro sociale Cantiere di via Monte Rosa. Inevitabile il confronto. Spintoni, sputi, insulti. Con la polizia in mezzo per dividere i due gruppi. Si prova a far uscire quelli di CasaPound da un ingresso laterale ma i ragazzi del Cantiere impiegano poco per riversarsi davanti all’altro portone. Terzo tentativo all’uscita di via Marino. A pochi metri, in piazza San Fedele le due fazioni entrano in contatto. La polizia carica una parte e l’altra. Dopo uno stallo di circa un’ora si riesce a far passare CasaPound per l’ingresso del palazzo dei gruppi consiliari di via Marino che ha un’uscita secondaria grazie alla quale si fanno defluire i ragazzi di destra verso la metropolitana. Ma alcuni giovani si staccano e provano a tornare in piazza della Scala ma la polizia li respinge. Dopo circa tre ore torna la calma. Inevitabile la polemica sul come sia stato possibile far entrare i militanti di CasaPound senza nessun controllo. Poi arriva la ferma condanna del sindaco Sala: “Quanto è accaduto è inaccettabile e di certo non ci faremo intimidire da nessuno, tantomeno da CasaPound”.

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