Brera, Sala preoccupato per Bradburne dopo sentenza Tar del Lazio

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Il sindaco di Milano commenta con una certa amarezza la sentenza del Tar del Lazio che ha bocciato le nomine di cinque dei venti direttori di musei, volute dalla riforma del ministro Franceschini. Lo fa guardando alla direzione della Pinacoteca di Brera e all’annessa Biblioteca Braidense, guidata con successo, dal 2015, da James Bradburne, architetto e museologo canadese naturalizzato britannico scelto grazie alla selezione internazionale.”Non conosco i motivi della sentenza – ha dichiarato Sala – dico che occuparsi di cose pubbliche in Italia è veramente difficile. Sembra che in ogni momento, ogni cosa sia scritta sulla sabbia”. “Bisognerebbe anche – prosegue – guardare i risultati che ha ottenuto Franceschini: nel triennio i visitatori delle mostre e dei grandi musei nazionali in Italia sono aumentati del 20%. Per cui un aiuto a uno che fa un’opera difficile è che sembra la faccia bene come Franceschini, andrebbe dato” ha concluso Sala. Per quanto riguarda la posizione del direttore della Pinacoteca di Brera – che potrebbe essere a rischio nel caso di presentassero ricorsi – il sindaco si dice “preoccupato, perché James Bradburne sta facendo un lavoro egregio e dover ricominciare da capo mi sembrerebbe una cosa sbagliata”.

Con riferimento alla procedura di selezione pubblica internazionale per la nomina dei direttori dei musei autonomi statali su cui si è pronunciato il Tar annullando la nomina di 5 direttori (Palazzo ducale di Mantova, Museo archeologico nazionale di Napoli, Museo archeologico nazionale di Taranto, Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria, Gallerie Estensi di Modena), il Mibact “presenterà appello al Consiglio di Stato e chiederà la sospensiva delle sentenze”, si legge in una nota del ministero. “L’intera procedura di selezione si è svolta in conformità non solo con il diritto europeo e nazionale, ma anche con i più elevati standard internazionali, come riconosciuto dall’International Council of Museums (Icom). La selezione dei direttori – prosegue il Mibact – è stata effettuata da una commissione di altissimo profilo scientifico presieduta dal presidente della Biennale di Venezia e che tra i suoi componenti vedeva autorevoli personalità del panorama culturale internazionale come il direttore della National Gallery di Londra, il rettore del Wissenschaftskolleg di Berlino e l’attuale consigliera culturale del presidente Macron”. I rilievi avanzati dal Tar investono tre aspetti: cittadinanza dei nominati, trasparenza della procedura e criteri di valutazione. Al riguardo, il Ministero per i beni e le attività culturali e del turismo precisa: “Cittadinanza. Il diritto europeo e il principio di libera circolazione dei lavoratori nella Ue, confermato da una pluriennale giurisprudenza della Corte di giustizia e più di recente dal Consiglio di Stato, consentono il conferimento di incarichi dirigenziali a cittadini comunitari. Il TAR del Lazio sembra aver applicato in modo molto restrittivo la legge sul pubblico impiego (art. 38 d.lgs n. 165 del 2001) ignorando quindi i progressi fatti con la successiva giurisprudenza sia italiana che comunitaria.
Trasparenza. La procedura è stata trasparente e pubblica, ogni passaggio è stato pubblicato sul sito del Ministero, i colloqui non sono avvenuti a ‘porte chiuse’ e sono stati integralmente registrati su file audio accessibili come tutti gli altri atti della selezione. La selezione è avvenuta nel rispetto dei più alti standard internazionali, garantiti da una commissione di elevato profilo scientifico, composta da figure apicali di importanti istituzioni culturali europee. Criteri di valutazione. I candidati in possesso dei requisiti previsti e pertanto ammessi alla selezione sono stati valutati dalla commissione, oltre che in base ai criteri della legge sul pubblico impiego (art. 19 comma 1 della 165/2001), tenendo conto dei titoli di studio e delle pubblicazioni, delle esperienze professionali, delle capacità tecnologiche e linguistiche, della conoscenza del patrimonio culturale italiano e dell’organizzazione del MiBACT. I candidati ritenuti più idonei, fino a un massimo di 10, sono stati convocati per un colloquio che ha portato all’identificazione per ciascun museo di una terna di nomi, a cui sono stati attribuiti, così come previsto dai più avanzati standard internazionali, tre categorie di giudizio (A, B e C) – corrispondenti a precise fasce di punteggio – e da cui è stata effettuata la scelta finale del direttore. In attesa che il Consiglio di Stato si pronunci, il Mibact assicurerà il buon andamento e la continuità di tutti i musei coinvolti”, conclude il ministero.

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