C’era una volta il Paese dei soccorritori. Succede un disastro naturale? Accorrono tutti, disorganizzati, incasinati, spesso neppure preparati. E bisogna pure dirgli grazie. Perché di dire di no a uno che magari si è fatto 600 chilometri per andare sui luoghi del terremoto, beh, non si può proprio. Così, mentre l’emergenza infuria, c’è qualcuno che deve pure farsi carico di coordinare i volontari e i soccorritori. Sia mai che restino al freddo, e che qualcuno debba soccorrerli. Ma l’Italia funziona così, 52 sigle di ogni tipo per fare qualunque cosa. Lo sapete che nel mondo non esiste un Paese che abbia Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Locale con abilitazione di PS, e mi sto sicuramente scordando qualcuno, per garantire la sicurezza? Non esiste. Tutto questo per introdurre una storia che ha raccontato sul Corriere della Sera il mio amico Roberto Rotondo. Una storia incredibile, davvero. I Vigili del Fuoco hanno mandato una lettera al Prefetto accusando il soccorso alpino di “soffiare i feriti” in montagna. In pratica settimana scorsa due anziani tedeschi rimangono bloccati a Maccagno, in provincia di Varese. I due vengono individuati dopo una notte passata all’aperto, dai Vigili del Fuoco. I Vigili del Fuoco, secondo la denuncia, stavano comunicando con la centrale per far arrivare l’elicottero e i soccorritori quando vengono sorpassati dal soccorso alpino. I pompieri si arrabbiano, e ne nasce un putiferio, e alla fine anche la minaccia, in Italia persistente, di cause in Tribunale. Ora, che cosa dire di più di fronte a Soccorso Alpino e Vigili del Fuoco, che litigano per salvare due anziani tedeschi? Io me li vedo, questi due vecchietti, guardare stupiti e un po’ spaventati non la montagna alla quale sono sfuggiti dopo una notte sotto le stelle, ma i soccorritori che si fanno i selfie per far rosicare gli “avversari” in divisa. Tremendo.

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