Pinocchio – C’era una volta un Paese veramente ridicolo

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C’era una volta un Paese veramente ridicolo. Questo Paese è l’Italia. E sì, siamo ridicoli. Continuiamo a pensare che il problema dell’Italia siano la politica e i politici. Tutti ladri, tutti corrotti. Andate nei mercati e chiedete anche a quello che non emette uno scontrino neanche per caso. Vi dirà che la rovina dell’Italia è la politica. Non fa niente che poi la politica in effetti sia selezionata dal popolo tra il popolo. Fa niente. L’importante è impostare una narrazione nella quale ci sono questi e ci sono quelli. Questi sono quelli buoni, quelli sono quelli cattivi. Il popolo buono, i regnanti cattivi. Vecchia storiella, roba da medioevo. Così come è roba da medioevo l’esatto opposto. Ovvero che i politici sono tutti bravi e buoni, come padri di famiglia, che Renzi è un genio, che Berlusconi è un santo che salva gli agnellini e che Matteo Salvini è il nuovo Messia. Semplicemente propaganda. La verità è che se siamo in queste condizioni è colpa di tutti. Anche di chi dovrebbe indagare seriamente e poi inquina le prove, come è successo nel caso Consip, davvero sconcertante. E perché Orlando non ha mandato gli ispettori a Napoli, a vedere quel che sta combinando quel Pm? E perché Orlando, che è ministro della giustizia e candidato segretario del Pd, non ha aperto una riflessione proprio sulla giustizia? Perché riguarda il papà del suo competitor, Renzi, e quindi va bene così? Vedete? Siamo un Paese ipocrita. Falsifichiamo le prove. Ci riteniamo superiori. Anche gli ospiti in studio potranno guardarsi negli occhi e dire agli ascoltatori: noi no. Noi non siamo così. Probabilmente hanno ragione. Ma allora se non è colpa vostra, colpa mia, colpa nostra, di chi è la colpa? Perché non prendere il coraggio a due mani e dire che lo sciopero di Atm di settimana scorsa è costato alla città un milione e mezzo? Perché non prendere il coraggio a due mani e dire che un sistema di selezione dei cda delle partecipate del Comune deve essere trasparente e non opaco come è oggi, peraltro neppure in mano alla politica ma a dei tecnici che non si capisce in base a che criteri selezionino la classe dirigente? Ecco, di questo dovremmo discutere. Proprio di questo. Invece andiamo avanti ad autoassolverci. Noi che mettiamo in pagina le anticipazioni delle inchieste, chi le inchieste le fa farlocche, chi le usa per fini politici e tutto il coro degli altri che urla ladri ladri e se gli gira tira pure le monetine.

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