C’era una volta la rincorsa ai temi grillini. Ieri sera, a un convegno, ho sentito una interessante considerazione. Una frase che più o meno suonava così: se in politica si insegue l’inventore di una tesi sul suo terreno, si finisce sempre per perdere. Il senso, tutto politico, è che se – ad esempio – Giorgio Gori che è del Pd, sostiene il referendum d’autonomia di Roberto Maroni, non fa altro che fare il gioco del leghista. E in politica fare il gioco dell’avversario non sembra una cosa furbissima. Tuttavia chi esprimeva quel concetto, e dopo vi dirò chi è, ce l’aveva con Matteo Renzi. In pratica, diceva, a forza di rottamare privilegi, a forza di rincorrere il populismo, si diventa schiavi del populismo. E non si vince, perché chi populista lo è davvero, vincerà sempre sul proprio campo. Come Affaritaliani.it Milano abbiamo sollevato per primi, anni fa, lo scandalo dei biglietti allo stadio regalati ai consiglieri. Per primi (e dire che la pagina di Milano esiste da 12 anni e la consuetudine al privilegio da molti di più), abbiamo denunciato, insieme a Roberto Poletti, l’abuso delle macchine di servizio per l’ufficio di presidenza del consiglio regionale. Entrambe le cose sono state regolamentate, ed era questa la cosa giusta da fare. Non l’abolizione, ma la regolamentazione e la trasparenza.  Oggi è emerso che la giunta Sala spende dei soldi per le auto di servizio degli assessori. Però non sono più auto blu, ma bianche. Non sono di lusso, e tutti gli spostamenti sono documentati. Perchè dovremmo tagliarle? Pretendiamo davvero che Carmela Rozza, che non ha la patente, inforchi la bici per andare in Prefettura? Voi lo fate per spostamenti di lavoro? Ci vuole un po’ di misura: se la Rozza pretendesse una Porsche Panamera, come l’ex di Trenord Biesuz, per farsi la vacanza negli Stati Uniti, allora potremmo parlare di privilegio. Ma se usa una utilitaria, così come accade, non mi pare uno scandalo. A proposito: chi diceva la frase su Renzi e i grillini era Claudio Martelli. Con una grande lucidità, ma scordandosi che il populismo nasce sugli eccessi. E a quel tempo di eccessi ce ne erano eccome.

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