“Più verde contro lo smog”

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Più verde in città contro l’emergenza smog. È quanto afferma la Coldiretti Lombardia in occasione dell’incontro tra il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e il sindaco di Milano Giuseppe Sala, che si è svolto nel capoluogo lombardo e in cui si è parlato anche di inquinamento atmosferico. Le piante – sottolinea la Coldiretti regionale – concorrono a combattere le polveri sottili e gli inquinanti gassosi, ma in Italia ogni abitante dispone in media nelle città capoluogo di appena 31,1 metri quadrati di verde urbano, un dato che a Milano scende a 17,2 metri quadrati. Un ettaro di piante adulte – spiega la Coldiretti – nell’arco di dodici mesi è in grado di assorbire circa 20 chili di polveri, a seconda della specie. Le varietà più “mangia smog” sono larici, cipressi, salici, pioppi, betulle, tigli, ontani e aceri. Di fronte all’aumento del traffico – commenta la Coldiretti Lombardia – occorre salvaguardare ed incentivare gli spazi verdi, anche attraverso l’introduzione di misure di defiscalizzazione degli interventi su giardini e aree verdi, da realizzare con un meccanismo simile a quello previsto per il risparmio energetico, le abitazioni, i mobili o gli elettrodomestici. Le aree verdi – conclude la Coldiretti Lombardia – svolgono funzioni di tipo estetico e psicofisico, migliorano il microclima locale attraverso l’ombreggiamento e l’emissione di imponenti volumi di vapore acqueo, oltre a contribuire alla riduzione dei rumori e alla protezione del suolo. Un’abitazione inserita in un ambiente verde con alberi risparmia fra gli 80 e i 200 euro all’anno di minori costi per riscaldamento e raffreddamento. Un elemento di valutazione importante visto che – afferma Coldiretti – il 2016 si è classificato come l’anno più caldo di sempre a livello mondiale, da 137 anni fa quanto sono iniziate le rilevazioni, con la temperatura media registrata nei primi nove mesi sulla superficie della terra e degli oceani addirittura superiore di 0,89 gradi celsius rispetto alla media del ventesimo secolo. Mentre l’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm) ha lanciato l’allarme sulla concentrazione media di anidride carbonica (CO2) nell’atmosfera che ha raggiunto il traguardo di 400 parti per milione (ppm) nel 2015, sulla base della banca dati del Noaa, il National Climatic Data Centre che rileva le temperature sul pianeta dal 1880.

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