Pieno riconoscimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali. Si conclude così, a favore del Comune di Milano, il processo sulle infiltrazioni mafiose in Fiera Milano, che ha visto – fra le altre – la condanna a 8 anni e 10 mesi di Giuseppe Nastasi, Amministratore delegato del consorzio Dominus.

Lo scorso dicembre, insieme a Fiera Milano e a Nolostand, Palazzo Marino si era costituito parte civile nel processo che oggi è giunto alla condanna di Nastasi e di altri imputati, colpevoli del reato di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati tributari, allo scopo di agevolare cosche mafiose.

Oggi, con la sentenza, il Gup Alessandra Del Corvo ha riconosciuto che il Comune ha subìto danni patrimoniali, non patrimoniali e all’immagine, sia per l’evasione e il mancato pagamento dei tributi – quali Irpef e Iva – sia quale Ente rappresentativo dell’intera collettività locale, impegnato nel contrasto alle infiltrazioni mafiose anche nelle società partecipate e negli enti controllati.

Il Giudice ha condannato gli imputati al pagamento di una provvisionale immediatamente esecutiva di 200mila euro a favore di Palazzo Marino, rinviando al Giudice civile per la quantificazione integrale dei danni, e ha inoltre condannato gli imputati al pagamento delle spese legali sostenute dal Comune (del valore di circa 9.000 euro).

“Siamo molto soddisfatti – ha dichiarato Giuseppe Sala, Sindaco di Milano -: si tratta di un importante risultato. Per la prima volta si riconosce il danno materiale e immateriale subìto dal Comune di Milano in una vicenda gravissima. Il contrasto alle infiltrazioni mafiose e la lotta all’evasione sono battaglie che vedono l’Amministrazione comunale impegnata con forte determinazione. Non è accettabile che l’immagine della nostra città venga macchiata da condotte illecite di tale natura, a scapito dei cittadini onesti che qui lavorano e vivono. Per questo motivo, il Comune si è costituito parte civile in questo processo e il giudice, con questa storica sentenza, ha capito quale reale danno tutti i milanesi abbiano subìto”.

 

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