Torna la pioggia in Lombardia, ma rimane l’allerta per le concentrazioni di polveri nell’aria favorite anche dall’effetto combinato dei cambiamenti climatici e della ridotta disponibilità pro capite di spazi verdi in diversi centri urbani. È quanto afferma la Coldiretti regionale nel sottolineare che a Milano ogni abitante dispone in città di 17,2 metri quadrati di verde urbano a testa, a fronte di una media italiana di appena 31,1 metri quadrati.

Valori più bassi si registrano a Lecco – continua la Coldiretti – che con 14,1 metri quadrati a testa conquista la maglia nera regionale. La disponibilità di verde urbano pro capite rimane sotto il dato nazionale anche nella città di Bergamo (18,4 metri quadrati), Varese (18,5 metri quadrati) e Brescia (29,5 metri quadrati). Appena sopra Cremona (31,2 metri quadrati) mentre valori più elevati si registrano a Pavia (39,5 metri quadrati), Lodi (46,8 metri quadrati), Mantova (50,1 metri quadrati), Monza (67,9 metri quadrati), Como (69 metri quadrati), fino ad arrivare a Sondrio dove ogni abitante ha a disposizione ben 312,4 metri quadrati di verde urbano.

“Non si può continuare a sperare nella pioggia – commenta la Coldiretti – soprattutto se ci troviamo ad affrontare periodi molto asciutti come l’inverno che stiamo vivendo in Lombardia, in cui a dicembre è caduto oltre il 78% di acqua in meno rispetto alla media, nella prima decade di gennaio il 75,6% in meno e nella seconda decade di gennaio l’89% in meno. Bisogna intervenire in modo strutturale – continua la Coldiretti – anche per favorire nelle città la diffusione del verde pubblico e privato capace di catturare lo smog. Ogni anno a Milano – spiega la Coldiretti Lombardia – muoiono in media 800 persone per patologie legate all’inquinamento, anche se nello stesso periodo le aree a verde in città ripuliscono l’aria da oltre 30 tonnellate di polveri sottili PM10”.

“Dobbiamo considerare il verde un valore strategico sia per quanto riguarda la salute che per la qualità della vita – spiega Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia – Per questo è necessario sostenere il settore florovivaistico con misure di defiscalizzazione degli interventi su giardini e aree verdi. Bisogna puntare sulle essenze autoctone e garantire la qualità e la resistenza di quelle messe a dimora in modo che possano vivere a lungo svolgendo un’azione persistente”. Una pianta adulta nell’arco di dodici mesi soddisfa il fabbisogno di ossigeno di 10 persone ed è in grado di assorbire dai 20 ai 50 chili di anidride carbonica, a seconda della specie. Le varietà più “mangia smog” sono larici, cipressi, salici, pioppi, betulle, tigli, ontani e aceri. Una quercia nell’arco di mezzo secolo riesce a immagazzinare oltre 5 tonnellate e mezzo di CO2 sotto forma di biomassa.

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