Memoriale della Shoah, apre la mostra “16 ottobre. La razzia”

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Il Memoriale della Shoah, inaugura oggi la mostra “16 ottobre. La razzia”. L’esposizione è aperta nei locali sotterranei della stazione Centrale di Milano dai cui binari, tra il 1943 e il 1945,migliaia di ebrei italiani furono caricati su carri merci e deportati ad Auschwitz-Birkenau. Il presidente del Memoriale, l’ex direttore del Corriere Ferruccio De Bortoli, ha dichiarato: “Ogni anno, alla vigilia del Giorno della Memoria, noto che nelle dichiarazioni pubbliche, specialmente sui social network, c’è una tendenza a semplificare, a dimenticare in fretta, a trovare colpevoli e a perseguire ipotesi complottiste che ci inducono a impegnarci ancora di più in una coltivazione intelligente della memoria” dell’Olocausto”. “Nei giorni scorsi in Germania – ha aggiunto De Bortoli – un rappresentante del partito tedesco Afd ha definito il Memoriale della Shoah di Berlino un ‘monumento della vergogna’. Mi auguro che in Italia mai nessuno possa dire che questo è un monumento della vergogna”.

La mostra, dopo la sua prima esposizione a Roma, vuole focalizzare l’attenzione del pubblico milanese verso una delle pagine più drammatiche della storia italiana, inquadrando la razzia del 16 ottobre 1943 nel suo contesto storico. Il percorso espositivo dà ampio spazio alla topografia della retata, dalla sua preparazione, al transito delle vittime, fino al loro arrivo alla stazione Tiburtina da cui partirono poi per Auschwitz – Birkenau. Grazie ad una mappa, in cui sono localizzati tutti gli arresti eseguiti in quel sabato mattina del 1943, i visitatori avranno modo di conoscere aspetti della storia in gran parte sconosciuti, che presentano drammatici rimandi all’esperienza vissuta dagli ebrei milanesi deportati nell’area dove oggi sorge il Memoriale. I passaggi e i tragici vissuti personali del rastrellamento degli ebrei di Roma sono raccontati attraverso documenti inediti, testimonianze audiovisive, disegni, mappe e fotografie. Tra le esposizioni anche i quadri del pittore Aldo Gay, sfuggito alla retata, realizzati proprio in quel drammatico frangente. Tra i documenti disponibili: un estratto degli appunti dell’agenda di Mussolini, i telegrammi sul rastrellamento intercettati dai servizi segreti britannici e il report top-secret, che recitava che gli ebrei sarebbero stati “liquidati”, recapitato direttamente al Presidente Roosevelt.

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