Natale, cotechino per una famiglia su tre. Formato mignon per i single

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Per le feste in media una famiglia su 3 mangerà il cotechino o lo zampone. E’ quanto emerge da un’analisi di Coldiretti Lombardia su uno degli insaccati tradizionali più venduti in questo periodo con un giro d’affari annuale di oltre 30 milioni di euro fra produzioni industriali e artigianali. Il formato medio è quello da mezzo chilo, ma per i single o per i nuclei meno numerosi sono state create pezzature “mignon” da 250 grammi. “Ce li chiedono così per evitare gli avanzi o per accorciare i tempi di cottura” spiega Paolo Belloli, del Podere agricolo Montizzolo di Caravaggio (Bergamo) dove da novembre stanno producendo 80 chili di cotechini a settimana e che fra qualche giorno passeranno a pieno regime con 160 chili a settimana. “Vengono a prenderli da Cremona, Bergamo, Milano e Brescia – aggiunge Belloli – ma abbiamo anche gruppi di russi, finlandesi, norvegesi, tedeschi e persino israeliani. Tutti cercano il prodotto artigianale”. Come quelli di Davide Nava, 21 anni, allevatore di maiali a Roncello (Monza Brianza): “Li facciamo in famiglia da quasi 40 anni e solo con carne dei nostri suini, spezie e sale. La pezzatura è classica da mezzo chilo. La gente viene da noi portata dal passaparola”. Una rassegna di cotechini nostrani ci sarà anche domenica 18 dicembre, a Milano in corso Buenos Aires che, dalle 9 alle 19, verrà chiuso al traffico tra i bastioni di Porta Venezia e viale Tunisia per lasciare spazio all’isola pedonale dei sapori con i prodotti di 60 aziende agricole provenienti da tutta la Lombardia e dalle province di Alessandria e Piacenza. Ci sarà un po’ di tutto. dalla frutta alla verdura, dalla carne ai salumi, dal vino alla lavanda, fino alle nocciole del Piemonte, al miele, alla pasta fresca e ai prodotti da forno. Non mancheranno curiosità quali uova tartufate e lumache, oltre alle linee di agri-beauty per una cura del corpo al naturale. Fra i protagonisti delle tavole di Natale – spiega Coldiretti Lombardia – ci sono da sempre i salumi, come quello di Varzi che nel primo semestre 2016 ha registrato un +13% nelle vendite, e i prosciutti come il Parma o il San Daniele che proprio dalle stalle lombarde prendono la metà dei quasi 8 milioni di suini che servono per le cosce di qualità da lavorare e stagionare. “La produzione suinicola è settore strategico del nostro agroalimentare – spiega Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia – per questo, insieme al Consorzio del San Daniele, stiamo lanciando Italico, un marchio di identificazione e di qualità per tutte le carni suine che arrivano dalle stalle del circuito delle cosce Dop. E’ un modo per aiutare gli allevamenti e al tempo stesso per dare una informazione sempre più accurata ai consumatori”.

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