“Noi mai schiavi”: così Matteo Salvini ha chiuso dal palco il raduno della Lega Nord a Pontida: “Se qualcuno pensa che il futuro della Lega sia quello di un piccolo partito servo di qualcun altro, di Berlusconi o Forza Italia, ha sbagliato”.  Salvini ha chiuso la Pontida settembrina confermando la convinzione che nuove alleanze a livello nazionale si faranno solo alle sue condizioni. E rispolverando il vecchio progetto di una riforma costituzionale che trasformi l’Italia in una repubblica federale e presidenziale, possibilmente fuori dall’Ue.”Accordi al ribasso non si fanno – ha scandito il segretario della Lega dal palco – non mi interessa avere il 4% per avere 20 parlamentari, di cui non faccio nulla. Voglio cambiare il Paese, ma voglio farlo come voglio io. La Lega non cambia, rimane la Lega, ma cresce: io sono qui per vincere e andare a governare”. Un messaggio che Salvini non ha indirizzato solo ai potenziali alleati, ma forzatamente anche a Umberto Bossi, il presidente-fondatore che poco prima dallo stesso palco aveva criticato la sua linea politica nazionalista e anti-europeista.

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