Bimbo vegano, parla il pediatra

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“Non possiamo collegare lo stato di grave malnutrizione con la scelta vegana dei genitori”. Lo dice il dottor Luca Bernardo , direttore della Pediatria al Fatebenefratelli, dove  è stato ricoverato il bambino diun anno con gravi carenze nutrizionali e una forma grave di cardiopatia. Il medico è stato intervistato dalla redazione di Vegolosi.it, che ha approfondito il caso apparso ieri su tutti i giornali, del bimbo vegano malnutrito e ricoverato in ospedale.  Il bimbo, spiega il medico a Vegolosi.it  era “molto grave, in pericolo di vita. Il bambino ha poco più di un anno e pesava come un bimbo di tre mesi, dovevamo pensare a salvargli la vita.” “I genitori ci hanno confermato di essere vegani, ma sul bambino non possiamo assolutamente fare un collegamento fra un’alimentazione vegana, che non sappiamo se seguisse o meno, e lo stato di malnutrizione. La situazione del piccolo è complessa, c’è una cardiopatia importante, i fattori in gioco sono moltissimi.” Ora il bambino è ricoverato al Policlinico di San Donato, poi tornerà al Fatebenefratelli.  “E’ al Policlinico di San Donato e ci resterà per alcuni giorni, poi tornerà qui. Abbiamo allertato la Procura perché di fronte ad una situazione in cui i genitori sono poco collaborativi il mio unico interesse è salvare la vita al bambino, punto.” Il medico non si dice contrario ad una scelta vegana per i bambini.  “No, se pensa che qui al Fatebenefratelli c’è il primo polo pediatrico vegano dal maggio del 2016. Si tratta di uno staff apposito che accoglie e segue le famiglie che hanno fatto questa scelta. Non si può giudicare, bisogna consigliare ed aiutare, curare, se è il caso. Ma le integrazioni e le cure ci sono sia per i bambini vegani che per quelli onnivori. Se ben pianificata e seguita la scelta vegana per i bambini è possibilissima.” “Ci troviamo in un mondo “multialimentare” con tante scelte diverse che devono essere tutte rispettate, e ci devono essere professionisti capaci di dare supporto e consiglio. Noi lo facciamo. Ognuno deve avere la libertà di scegliere l’alimentazione che ritiene più adatta nella propria famiglia ed ha il diritto di essere seguito e non giudicato.

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