Caldo, torna l’emergenza ozono

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Puntuale come il solstizio d’estate, è arrivata l’emergenza inquinamento dell’aria. In questo caso la mal’aria estiva ha un protagonista, l’ozono, il più tossico tra i componenti gassosi delle alterazioni fotochimiche che, generandosi per interazione tra luce del sole e sostanze presenti in atmosfera (soprattutto le emissioni da traffico), si impennano nelle giornate più calde e luminose dell’anno, tipicamente in estate. Nonostante le continue piogge delle passate settimane, già da due giorni su gran parte della Lombardia, non solo nelle città, i livelli di ozono sono ben oltre la soglia di allerta: il valore di 180mgr/m3 oltre il quale le autorità sanitarie sono tenute a informare i cittadini. Ma ieri in molte località, soprattutto della Brianza, del Lecchese e dell’Isola Bergamasca, si è andati ben oltre anche la soglia d’allarme di 240mgr/m3, con il picco a Calusco d’Adda, addirittura 297mgr/m3, seguito da Lecco che registra 293mgr/m3, Erba 282, Carate Brianza 271, Arese 241. Nonostante sia una situazione che potrebbe comportare un serio rischio sanitario, anche quest’anno come da molte estati a questa parte, l’informazione da parte della autorità competenti latita: gli unici a dare notizia della stato critico sono i bollettini del Canton Ticino. “Non ci stancheremo, come ogni anno, di denunciare la grave sottovalutazione dell’inquinamento estivo da ozono – dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – in situazioni come quella che stiamo vivendo è imperativo, per le autorità pubbliche, diramare informazioni capillari ai cittadini, per evitare che essi assumano inconsapevolmente comportamenti pericolosi per la loro salute, peggiorando gli effetti nocivi dell’inquinamento da ozono, soprattutto per le vie respiratorie. Non sono sufficienti i siti degli enti di controllo preposti, serve una comunicazione più diretta agli abitanti”. In particolare Legambiente ricorda che gli orari più critici per gli alti livelli di ozono sono quelli del pomeriggio, ma anche della prima serata, perché la quantità di questo inquinante resta nell’aria anche nelle prime ore dopo il tramonto del sole. Dunque, se possibile, le attività all’aperto dovrebbero essere limitate alle ore mattutine, mentre nel resto della giornata è consigliabile tenere ben chiuse porte e finestre di casa. Un’attenzione particolare va posta ad anziani e bambini, i soggetti più a rischio. Se nelle città l’ozono esercita la sua azione nociva in combinazione con gli altri inquinanti da traffico, la situazione non migliora in aree verdi e montane: perché a differenza delle altre sostanze, O3 tende ad avere valori molto alti proprio in aree aperte e spazi rurali, anche in montagna o sulle rive dei laghi. “Non dobbiamo dimenticare che l’ozono è un gas che deriva, in ultima istanza, dalle emissioni del traffico veicolare: dunque il consiglio per noi più importante resta quello di lasciare ferma l’auto e di muoversi con mezzi di trasporto meno inquinanti”, conclude Barbara Meggetto.

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