Dopo la rottura delle trattative regionali sulla riorganizzazione del recapito su giorni alterni e sul fabbisogno occupazionale negli Uffici Postali è stato proclamato, unitariamente,  lo sciopero degli oltre ventimila dipendenti di Poste Italiane della Lombardia per il giorno 23 maggio.

“Nei giorni scorsi – fanno sapere dalla Cgil con una nota – l’azienda ha avviato unilateralmente l’avvio della riorganizzazione nelle provincie di Pavia e Bergamo, e nei prossimi mesi sarà estesa a buona parte della regione, nonostante la mancata soluzione delle criticità emersi nei centri dove è in corso la sperimentazione del nuovo modello organizzativo.
Risultato: si accumulano giacenze e peggiora la qualità del servizio offerto anche perché gli investimenti necessari non sono ancora arrivati. I portalettere continuano a viaggiare con mezzi che non garantiscono la sicurezza necessaria e la distribuzione di prodotti postali.
Con lo sciopero si chiede che venga sospesa la riorganizzazione e si riveda un modello organizzativo che è andato oltre anche i limiti imposti dalla Legge di Stabilità e dall’AgCom.
Ma anche negli Uffici Postali si vive una ormai cronica carenza di personale che causa disservizi alla clientela e disagi per il personale con continue trasferte e distacchi, impossibilità di usufruire di ferie e permessi, pressioni commerciali oltre ogni limite, mancati pagamenti dello straordinario.
Ma lo sciopero vuole essere anche una risposta alle recenti ipotesi di ulteriore privatizzazione di Poste per le quali lo Stato perderebbe la maggioranza delle azioni con il pericolo e la preoccupazione che l’azienda possa cessare di erogare un Servizio Universale a favore dei cittadini, ma una azienda orientata solo al profitto con ovvie conseguenze per dipendenti e i cittadini più svantaggiati”.

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