Il 17esimo album “Redeemer Of Souls” (2014) ha impegnato i JUDAS PRIEST in un tour da record, tra i più estenuanti ed entusiasmanti della loro inarrestabile carriera: 130 show in 33 paesi, e una scaletta che toccava praticamente tutti i loro album più classici, in un equilibrio perfetto tra nuovo corso e storia. Dal 25 Marzo 2016 è possibile rivivere quell’esperienza, attraverso la pubblicazione di “Battle Cry”su CD con 15 tracce e in versione integrale su DVD & Blu Ray (Epic / Sony Music).

Registrato dal vivo il 1 Agosto 2015 in quel del Wacken Open Air Festival in Germania di fronte ad 85.000 fans, “Battle Cry” nella versione video, oltre ai 94 minuti dello show principale, include anche 3 bonus tracks filmate in Polonia il 10 Dicembre 2015 alla Ergo Arena, di Gdansk.

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Ecco la tracklist completa:

(Intro) Battle

Cry

Dragonaut

Metal Gods

Devil’s Child

Victim Of Changes

Halls Of Valhalla

Turbo Lover

Redeemer Of Souls

Beyond The Realms of Death

Jawbreaker

Breaking the Law

Hell Bent For Leather

The Hellion
/ Electric Eye

You’ve Got Another Thing Coming

Painkiller

Living After Midnight



Screaming For Vengeance

The Rage

Desert Plains



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Così presenta il nuovo live il bassista, e membro fondatore, Ian Hill: “Non c’è stato alcun dubbio nel momento in cui abbiamo preso la decisione di immortalare un nostro nuovo live: poter registrare sul palco di Wacken, il Festival europeo più importante e l’apoteosi dell’heavy metal, è stata un’esperienza unica, assoluta, trionfale e indimenticabile”. E aggiunge: “Dopo 46 anni di carriera e 46 milioni di dischi venduti non posso che sentirmi riconoscente e soddisfatto: è un enorme privilegio essere arrivati fin qui e di smettere ora, proprio sul più bello, non se ne parla nemmeno! Registreremo senz’altro un nuovo album, siamo più motivati che mai!”.

Ad avere qualche dubbio sul futuro artistico della band è stato invece l’altro membro fondatore, KK Downing, chitarrista storico sostituito nel 2011 dal giovane – e per taluni, incluso KK, fin troppo cloneRichie Faulkner, che aveva iniziato la sua carriera in sordina nella band di Lauren Harris, la figlia di Steve degli Iron Maiden, prima di cogliere al volo l’occasione della vita: “Non fraintendetemi, Richie è un ottimo chitarrista”, si sfoga KK dopo anni di silenzio, “a disturbarmi è piuttosto è la sua fortissima somiglianza con me: perfino modo di vestire, movenze, capigliatura, chitarre… una scelta che, imposta o no, trovo assolutamente fuori luogo e irrispettosa nei confronti dei fans. Nessuno è indispensabile, si sa, però ciascuno dovrebbe quanto meno avere una propria identità! Nel bene e nel male…”.

kk

KK a 5 anni di distanza, si è anche detto finalmente pronto a ritornare sui suoi passi e con i suoi ex compagni, qualora si ripresentasse la giusta occasione“Entrare tutti insieme nella Rock And Roll Hall Of Fame potrebbe creare i presupposti ideali per celebrare e rendere onore alla nostra carriera nel migliore dei modi. E poi… chissà… in fondo i Maiden si sono riuniti con tre chitarristi… ok, non credo potrebbe mai essere il caso dei Priest, ma mai dire mai!”.

E le buone speranze di KK, insieme ai suoi buoni propositi, galoppano anche ben oltre: “Se i Judas Priest concretizzassero finalmente l’idea di lanciare il tour metal definitivo e più grande di tutti i tempi, unendo le forze con Black Sabbath e Iron Maiden, in modo da celebrare come si deve quella che è la British Steel per eccellenza, io non potrei che essere della partita!”.

Riguardo alla decisione di lasciare la sua band, che a distanza di 5 anni resta clamorosa, KK ha dichiarato in una recente intervista radio sulle frequenze di The Five Count, nel Minnesota: “Ho avuto le mie buone ragioni. Non mi sentivo più a mio agio, non ero più soddisfatto della direzione artistica e le nostre performance live non avevano più lo smalto di un tempo. I Priest sono sempre stati una macchina da guerra, e anche quando si ha una carriera consolidata non ci si deve mai sedere sugli allori… al 110 %, sempre e comunque, innanzitutto nel rispetto dei fans! Ero esausto, stanco, dei ritmi insostenibili ma anche di certi comportamenti e meccanismi ormai recidivi all’interno di un gruppo che non riconoscevo più. A Novembre 2010 avevamo appena finito il tour di ‘Nostradamus’ e gli altri, appena dopo Natale, volevano già tornare in pista con un nuovo EP. Non si può non avere una vita e del tempo per riflettere, specialmente quando si è dato tanto per tanto tempo e quando non si è più all’altezza della propria carriera. Percepivo ogni sera la perplessità dei fans e quel senso di inadeguatezza ha iniziato a distruggermi. Era una questione di ‘delivering the goods’ insomma, e valeva per tutti quanti anche se, alla fine, IO sono diventato il capro espiatorio di una situazione malata, mio malgrado. Ok, oggi per me la mia famiglia viene prima di tutto, ma la musica mi scorre ancora nelle vene e mi fa battere il cuore… Sono di nuovo fisicamente e mentalmente pronto e ho del materiale mio in cantiere. Non è mai troppo tardi per migliorare o evolversi; fare pace con se stessi aiuta a crescere anche alla mia età… Il resto è storia… perché non siamo noi a dover rivendicare la nostra storia, è la carriera a parlare per noi e i fans non dimenticano, mai… come io non dimentico 40 anni di musica e avventure, una vita intera. Io resto un ‘Metal God’ nell’animo e un ‘Defender of the Faith’ nello spirito”.

Another Thing Coming?! Screaming for Vengeance?!

E intanto la risposta di Rob Halford a KK non si è fatta attendere:

“Il passato non si cancella e neanche quella fratellanza che va ben oltre la partnership artistica dopo così tanti anni… di fatto però non abbiamo più avuto notizie di KK dal giorno in cui si chiuso la porta dietro le spalle. Non potevamo che augurargli il meglio, come abbiamo sempre fatto l’un l’altro, ma lui ha preso la sua decisione e noi la nostra… Anche io mi sono allontanato dai Priest ad un certo punto della carriera, ho tagliato i ponti con tutti per circa 10 anni, eppure quando ci siamo riuniti, sembrava non fosse passato neanche un minuto! E’ la magia della musica a creare legami indissolubili, straordinari! La forza di un gruppo, così come anche la sua fragilità d’altro canto, sta proprio nell’alchimia che si crea dall’unione di individui diversi tra di loro, che riescono però a trovare una sintonia e una motivazione che è ben più forte di qualsiasi forza di volontà o debolezza e va oltre all’obiettivo del singolo. Se si perde la visione d’insieme però, decadono i presupposti dell’unione stessa… per questo bisognerebbe sempre riflettere molto e a freddo prima di prendere una decisione difficile e importante, e comunque poi quando la si prende, da adulti, non resta che assumersene appieno ogni responsabilità. Io cerco di migliorare ogni dannato giorno e ho imparato a rimanere più lucido possibile nel confrontarmi con gli altri ma, si sa, siamo solo esseri umani…”.

In definitiva, better by you, better than me, proprio come recita il titolo di un discusso classico dei Judas Priest…

 

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