Dopo la chiusura di due bar a Seregno, disposta dal prefetto, per infiltrazione mafiosa, la senatrice brianzola del Pd Lucrezia Ricchiuti ha presentato un’interrogazione al Ministro dell’Interno Angelino Alfano.

“Premeso che Seregno (Monza e Brianza) il prefetto ha disposto la chiusura del bar “Tripodi”, ritenuto luogo di ritrovo di soggetti legati alla locale ‘ndrangheta ai sensi del testo unico antimafia di cui al decreto legislativo n. 159 del 2011; il bar Tripodi era già assurto agli onori della cronaca perché vi erano stati fotografati l’assessore regionale Mantovani e il candidato sindaco Mazza, nonostante fosse noto che il bar e la sua proprietà fossero stati oggetto di analisi e di accertamenti nell’ambito dell’inchiesta “Infinito”; questo tipo di accertamenti si era reso necessario anche perché il titolare del bar, Antonio Tripodi, detto Nino, è sposato con Francesca Pio, figlia a sua volta di Candeloro Pio, esponente della ‘ndrangheta di Desio, condannato per associazione mafiosa nell’ambito della citata inchiesta. Peraltro, come riporta Piero Colaprico su “la Repubblica”, cronaca di Milano, del 4 marzo 2016, anche la madre della Pio, Teresa Crea, è legata alla stessa associazione mafiosa di Desio, come è stato accertato dalla diversa e più risalente inchiesta “I fiori della notte di San Vito”; inopinatamente, la notte successiva alla chiusura del bar, è apparso sulla saracinesca un lenzuolo bianco con scritte rosse con la seguente dicitura: “Noi vi vogliamo bene” accompagnata da un cuore;

si tratta di un’inquietante manifestazione di solidarietà a soggetti la cui credibilità è pesantemente compromessa sul piano dell’idoneità a tenere lontani i poteri criminali dall’economia e dall’amministrazione della città; solo in un secondo momento il lenzuolo è stato rimosso dai vigili urbani;

il Comune di Seregno è amministrato dall’esponente di Forza Italia Edoardo Mazza in perfetta continuità con il precedente sindaco Giacinto Mariani della Lega nord, che ha intimidito i giornalisti del sito “infonodo” (come l’interrogante aveva già evidenziato nell’atto 4-04150 del 18 giugno 2015, tuttora senza risposta) e che peraltro risiede nello stesso stabile del bar Tripodi,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non intenda assumere informazioni dal prefetto di Monza, in ordine ai presupposti per l’invio di una commissione d’accesso, ai sensi dell’articolo 143 del testo unico degli enti locali di cui al decreto legislativo n. 267 del 2000, ai fini dell’accertamento dei collegamenti diretti e indiretti con la mafia ed eventualmente allo scopo di proporre al Consiglio dei ministri lo scioglimento del Consiglio comunale”.

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