Cresce il mercato italiano per questa prelibatezza. Secondo una stima di Coldiretti Lombardia con gli operatori del settore, negli ultimi tre mesi sono aumentate in media di almeno il 15% le richieste per portare in tavola il “cibo degli zar”, anche in vista del prossimo cenone di Capodanno. Si tratta di un prodotto di nicchia ma che ha un alto valore aggiunto sia in termini di qualità che di apprezzamento da parte dei consumatori – spiega la Coldiretti regionale – tanto che in aziende come la Adamas di Pandino (in provincia di Cremona), dove si allevano storioni siberiani e i rari storioni albini, le richieste sono triplicate. La produzione di caviale in Italia è concentrata al nord, fra Lombardia e Veneto, in una manciata di allevamenti e centri di lavorazione che ogni anno confezionano oltre 40 tonnellate di uova di storione di cui il 90% destinato all’esportazione, in particolare negli Usa, negli Emirati Arabi, Honk Kong, Giappone, in nord Europa e nell’Europa dell’est – spiega Coldiretti Lombardia – L’Italia è il primo produttore al mondo di caviale da allevamento e ogni anno è una competizione testa a testa con la Cina. Il valore medio al dettaglio del caviale oscilla fra i 1.500 e i 1.800 euro al chilo, con punte anche di 8 mila euro per le preziose uova degli storioni albini. Ma il settore ittico lombardo – conclude la Coldiretti regionale – non è fatto solo del cibo degli zar, infatti sono attivate oltre 1.300 imprese di cui 180 direttamente coinvolte nelle attività di pesca e acquacoltura (in particolare le trote). Il giro d’affari è di oltre cento milioni di euro, mentre gli addetti sono più di cinquemila. E sempre per Capodanno salgono a 190 milioni le bottiglie di spumante italiano stappate all’estero, dove si registra un balzo del 13% nelle bottiglie esportate, sulla base dei dati Istat nei primi nove mesi del 2015 sul commercio con l’estero dove si beve la maggioranza dello spumante prodotto in Italia. La domanda di bottiglie – sottolinea la Coldiretti – è cresciuta del 48% in Gran Bretagna e del 22% negli Stati Uniti che si classificano rispettivamente come il primo ed il secondo mercato di sbocco delle bollicine italiane che però vanno forte anche in Germania (+5%) che si posiziona al terzo posto. E le richieste – precisa la Coldiretti – sono aumentate del 9% anche da parte dei cugini francesi, sempre molto nazionalisti nelle scelte della tavola. Nella classifica delle bollicine italiane più consumate nel mondo ci sono nell’ordine il Prosecco, l’Asti, il Trento Doc e il Franciacorta che ormai sfidano alla pari il prestigioso Champagne francese. Il risultato delle feste di fine anno – continua la Coldiretti – consente alle esportazioni di spumante italiano di superare per la prima volta nel 2015 il valore del miliardo di euro. Anche in Italia – conclude la Coldiretti – si registra dopo sette anni di riduzioni una svolta positiva con 52 milioni di tappi di spumante Made in Italy che salteranno nelle feste di fine anno, in aumento del 4% per cento.

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