Le larghe intese, quando si parla di enti e pubblica amministrazione, dovrebbero essere la normalità. Ovvero: ognuno la pensa come vuole. Chi ha vinto amministra l’ente, e chi ha perso fa opposizione. Chi ha vinto governa il Paese, e la città. Ora, al di là delle sparate propagandiste dalle quali non è affatto immune Matteo Salvini, soprattutto in un periodo come questo dove si sta per votare in tutta Italia ai ballottaggi delle amministrative. Ora, al di là delle sparate propagandiste dalle quali non è affatto immune la Lega, o il Movimento 5 Stelle, che deve cercare di prolungare il più possibile la luna di miele con gli italiani. Ecco, al di là di questo: Salvini ha proposto a Sala di aiutarlo con gli sgomberi. Sala ha risposto un po’ piccato, un po’ sdegnato. Secondo me ha sbagliato. Perché a una proposta seppur propagandista, non bisogna contrapporre dinieghi, ma una lista di cose da fare. Vuoi aiutare? Dici di voler aiutare? Ecco qui: uno due tre quattro cinque sei, e via lavorare. Se poi quello che hai promesso l’hai fatto bene, bravo, abbiamo vinto entrambi. Se quello che hai promesso non arriva, ne subirai un danno politico. Per Sala sarebbe andata bene in ogni caso. Allora, perché dire no a priori?

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