C’era una volta il Natale.
Quello bello, con la neve, le fiabe e babbo natale.
C’era una volta la politica, quella bella, con le fiabe e babbo natale.
C’era una volta l’economica, quella bella, con le fiabe e babbo natale e qualche stock option.
C’erano una volta le banche, quelle belle, con i derivati, i debiti e il credito a consumo.
C’era una volta l’urbanistica, quella bella, con le palazzine, i palazzinari e i froci con il culo degli altri e quel gran geniaccio di Ricucci.
C’era una volta lo sport, quello bello, con Vieri e le veline e i mondiali e il calciomercato e il Milan che vinceva gli scudetti e l’Inter che invece schiumava.
C’era una volta l’anno nuovo, che come diceva Leopardi, sarà sicuramente meglio di quello vecchio, salvo che poi è sempre la stessa roba.
C’era una volta l’editoria, piena di soldi pubblici.
C’era una volta che andava meglio quando andava peggio.
C’era una volta Pinocchio, la rubrica di Affaritaliani.it Milano e Radio Lombardia.
Toh, non c’è più perché ce ne stiamo per andare in vacanza fino a gennaio.
Ma poi torniamo, eh.
Torniamo perché mica si può andare a raccontare fiabe, favole e cavolate senza che noi diciamo la nostra.

Buon Natale.

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