C’era una volta il santo Natale. Natale cristiano.

Premessa: questa non vuole essere una rivendicazione di quando tutto era più bello e di quando saltavamo i fossi per il lungo, anche perché chi vi parla non è particolarmente religioso e con clero e curia ha poco a che spartire. Nulla di male, eh, ma diciamo che tra le mie qualità non vi è una fede forte. Però il Natale è anche una questione culturale. E’ una festa cristiana, e su questo c’è poco da dire. Quest’anno, con una noia che rasenta la disperazione, come l’anno scorso e quello prima, c’è la solita polemica sulle feste scolastiche. Ogni anno qualche preside, o insegnante, si sveglia sostituendo la Festa di Natale, o i canti di Natale, o il Presepe, con un generico “festa del bianco”, Festa delle Feste o come volete chiamarla. La cosa è talmente assurda che ogni anno si sveglia l’opinionista di turno a commentarla. E Gramellini non poteva mancare, quest’anno, visto che a Milano il caso si è ripetuto recentemente. Insomma, li prende in giro, questi delle feste del bianco e della festa delle feste. Il punto è che ogni anno, stancamente, al solito opinionista rispondono gli scherani del politically correct, i cultori della sacra sinistra inclusivista, i cantori dell’uguaglianza. In pratica, le posizioni sono sempre le stesse. Qualche insegnante deficiente decide di levare (notare il verbo levare) la denominazione del Natale perché cristiana, l’opinionista ribadisce che la festa è cristiana (e questo è oggettivo), la destra insorge alla ricerca delle radici, la sinistra radicale sottolinea che la scelta vuole essere inclusiva. Mai nessuno che faccia una proposta di legge per inserire una festa, a scuola, anche per i  bambini musulmani durante il Ramadan o la pasqua ebraica. Cioè, voglio dire: ma perché siamo sempre alla ricerca del levare per depurare, del levare per non offendere, del levare per difendere? Non possiamo invece fare il procedimento diverso, ovvero l’aggiungere? Natale non si tocca ed è cristiano. Ci sono molti bimbi musulmani? Allora mettiamoci anche un giorno dedicato al Ramadan o a quel che vogliono loro. Vogliamo fare una ricorrenza per la pasqua ebraica? Bene. Poi ci va chi ci va, come ad ogni festa che si rispetti. Invece no, avanti con questo balletto. Per fortuna ci sono i bambini: loro se ne sbattono delle differenze, e basta festeggiare più che si può.

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